Se hai comprato questo salame riportalo subito dove l’hai preso, il Ministero della Salute l’ha richiamato. Scopriamo qual è il vero motivo.
Una nuova comunicazione del Ministero della Salute mette in guardia i consumatori: è stato disposto il richiamo di un salame stagionato e, per ragioni di prudenza, è consigliabile riportarlo immediatamente nel punto vendita dove è stato acquistato.

Non si tratta di un semplice avviso di routine: quando scatta un richiamo ufficiale, significa che sono emerse criticità tali da rendere opportuno evitare il consumo del prodotto interessato. Meglio non rischiare e seguire scrupolosamente le indicazioni: non aprire, non assaggiare e riconsegnare il salame al negozio, dove si ha diritto al rimborso o alla sostituzione.
Il Ministero, in questi casi, svolge il ruolo di “amplificatore” delle informazioni che arrivano dal produttore, per garantire la massima trasparenza. Gli operatori del settore alimentare sono infatti obbligati per legge a intervenire tempestivamente quando rilevano una non conformità che potrebbe impattare sulla sicurezza alimentare o sulla qualità igienico-sanitaria del prodotto. È un meccanismo di tutela che funziona proprio se i consumatori collaborano: controllare i lotti, identificare correttamente il prodotto in dispensa e riportarlo indietro consente di ridurre al minimo i rischi.
Ecco il salame richiamato: marca, lotto e scadenza
Il richiamo riguarda un lotto di salame stagionato a marchio Penserini Macelleria. L’avviso, diffuso dal Ministero della Salute in seguito a richiamo del produttore, cita come motivo una “non conformità microbiologica” non meglio specificata. Il prodotto è commercializzato in pezzi interi da circa 300 grammi. Il numero di lotto interessato è 0109252 e il termine minimo di conservazione (TMC) indicato in etichetta è 30/06/2026.

Il salame stagionato oggetto del richiamo è stato prodotto dall’azienda Penserini Macelleria presso lo stabilimento di via Santa Lucia Villanova snc, a Macerata Feltria, in provincia di Pesaro e Urbino. Il marchio di identificazione europeo dello stabilimento è IT K120V, un codice utile per identificare con precisione la provenienza dell’insaccato. Tutti i consumatori in possesso di un salame che corrisponda a marca, lotto e TMC indicati sono invitati a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso o la sostituzione.
In via precauzionale, è raccomandato non aprire né assaggiare il salame interessato. Qualora la confezione sia già stata parzialmente consumata ma l’etichetta con il lotto sia ancora disponibile, il consiglio è di cessare immediatamente l’utilizzo e riportare anche l’eventuale parte residua. Se non si dispone più dell’etichetta, ma si sospetta che il prodotto rientri nel lotto indicato, è comunque opportuno contattare il negozio di acquisto o il servizio clienti per verifiche: molti punti vendita dispongono dei codici di carico che consentono di risalire rapidamente ai lotti esposti in un determinato periodo.
Un’ultima nota di servizio per i lettori più scrupolosi: TMC e “data di scadenza” non sono sinonimi. Il TMC (“da consumarsi preferibilmente entro”) riguarda la qualità del prodotto, mentre la scadenza è legata alla sicurezza. Nei richiami, però, ciò che conta è la corrispondenza dei dati riportati nell’avviso: se la comunicazione cita un TMC preciso, quello diventa il riferimento da incrociare con la confezione in casa. Per informazioni aggiornate e per consultare l’avviso integrale, è possibile visitare la sezione dedicata ai richiami sul portale del Ministero della Salute. In negozio, infine, il reso è un diritto del consumatore: la restituzione del prodotto richiamato è accettata anche senza scontrino, laddove sia possibile identificare con chiarezza il lotto.





