Arriva un altro documento che non devi assolutamente dimenticare quando si parla di RC Auto e moto. Oggi ti spieghiamo come fare nel dettaglio.
C’è un nuovo tassello che entra stabilmente nella quotidianità di automobilisti e motociclisti italiani. Riguarda la RC Auto e Moto e, soprattutto, riguarda il portafoglio: è un documento che diventa decisivo al momento del rinnovo, del cambio compagnia o del passaggio a un nuovo veicolo. Non è un semplice pezzo di carta e non è nemmeno uno dei certificati a cui eravamo abituati fino a qualche anno fa.

È qualcosa che oggi viaggia insieme a noi in versione digitale, si aggiorna, e soprattutto parla di noi più di quanto immaginiamo. Il consiglio è semplice quanto imperativo: non bisogna mai dimenticarlo. Negli ultimi anni la dematerializzazione ha trasformato molte abitudini: il vecchio contrassegno esposto sul parabrezza è scomparso, i controlli avvengono via targa, le verifiche sono in tempo reale. In questo scenario iperconnesso, però, c’è un documento che resta la chiave per capire quanto pagheremo di premio e in quale classe di merito verremo inquadrati.
È una sorta di “biografia assicurativa” che racconta i nostri ultimi anni su strada, gli incidenti dichiarati e la condotta al volante o in sella. Ed è proprio qui che si gioca una partita spesso sottovalutata: se lo trascuriamo, rischiamo di perdere vantaggi economici concreti o, peggio, di ritrovarci con dati non aggiornati a nostro sfavore.
Il documento per Rc Auto e Moto, ecco l’attestato di rischio digitale
Parliamo dell’attestato di rischio in versione digitale, il documento che riassume la storia assicurativa degli ultimi anni e determina la classe di merito in regime bonus-malus. Non è più un foglio da consegnare a mano: è dematerializzato, accessibile online e condiviso tra le compagnie in modo sicuro. Dentro ci sono informazioni essenziali: i dati del contraente e del veicolo, la classe universale (CU), i periodi di osservazione, gli eventuali sinistri con responsabilità principale o paritaria registrati nel quinquennio di riferimento. In pratica, è la base con cui l’assicurazione calcola il premio.

Perché non bisogna mai dimenticarlo? Perché controllarlo per tempo significa evitare errori che possono costare caro. Se un sinistro è riportato in modo non corretto, se manca un aggiornamento o se compare un evento che non ci riguarda, il premio può lievitare. Le compagnie devono rendere disponibile l’attestato in anticipo rispetto alla scadenza: è il momento giusto per verificare ogni riga e, se necessario, chiedere rettifiche con la documentazione del caso. È un’attenzione che vale doppio per chi ha la moto in garage e l’auto sotto casa: in ottica RC familiare e nelle dinamiche di cambio veicolo, la coerenza dei dati sull’attestato è decisiva per non perdere la classe acquisita.
Il digitale porta vantaggi concreti. Addio smarrimenti o falsificazioni, consultazione immediata da smartphone o PC, passaggio automatico delle informazioni in caso di cambio compagnia: non serve più “portarlo” fisicamente, perché la nuova impresa assicuratrice lo recupera dai database centralizzati. Ma proprio questa semplicità può trarre in inganno: se non lo guardiamo, se non lo scarichiamo e non lo archiviamo, rischiamo di accorgerci di un’anomalia solo quando il preventivo risulta più salato del previsto.
C’è di più: l’evoluzione digitale ha introdotto logiche più dinamiche. Alcuni aggiornamenti possono riflettere anche eventi accaduti dopo il rinnovo, riducendo le aree grigie in cui, in passato, certi incidenti “sfuggivano” fino all’anno successivo. Tradotto: la fotografia assicurativa è più fedele e tempestiva. Questo aumenta la trasparenza, riduce le frodi e premia davvero chi guida bene, inclusi i motociclisti che alternano stagionalità e percorsi brevi ma impegnativi.





