Sapete che c’è il rischio del pignoramento NASPI? Ecco cosa devi sapere se hai dei debiti con l’Agenzia delle Entrate perché il rischio è davvero quello di passare dei guai.
Il pignoramento della NASpI è una realtà che sta toccando molti beneficiari dell’indennità di disoccupazione, in particolare coloro che hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La comparsa di trattenute inaspettate sul cedolino o la ricezione di una lettera di pignoramento segnalano un momento critico, in cui è essenziale agire rapidamente per salvaguardare la propria situazione finanziaria e assicurarsi di poter continuare a far fronte alle spese quotidiane.

La domanda che molti si pongono è se la NASpI sia pignorabile e, in caso affermativo, entro quali limiti. La legislazione italiana protegge i mezzi di sostentamento ma, allo stesso tempo, permette alle autorità di riscossione di intervenire su redditi e prestazioni simili, stabilendo limiti e precauzioni ben definiti. L’INPS ha recentemente aggiornato le regole relative a trattenute e pignoramenti, rendendo il panorama ancora più complesso con una serie di percentuali, limiti e eccezioni da considerare.
Coloro che hanno già subito un pignoramento si trovano a fronteggiare una serie di difficoltà, dalla riduzione dell’indennità di disoccupazione al blocco dei conti bancari, fino all’incertezza su come gestire le spese fisse come affitto e bollette. Emergono quindi interrogativi su come arrestare il pignoramento, ridurre l’importo delle trattenute mensili, la possibilità di richiedere una rateizzazione dei debiti e le azioni da intraprendere se il pignoramento è già in atto.
NASpI e debiti con l’Agenzia delle Entrate: come evitare il pignoramento e cosa fare subito
È importante distinguere tra il pignoramento presso terzi, notificato all’INPS, che colpisce direttamente l’indennità alla fonte, e il pignoramento del conto corrente, che segue regole specifiche. I debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione sono soggetti a criteri particolari per quanto riguarda le percentuali pignorabili rispetto al reddito mensile, diversi da quelli applicati ai creditori privati.

Un aspetto cruciale da considerare è che l’indennità di disoccupazione è destinata al sostentamento del beneficiario, pertanto la legge impone limiti severi alle azioni che possono ridurre significativamente la capacità di vivere dignitosamente. Tuttavia, questi limiti non equivalgono a una completa immunità da pignoramenti. La sfida sta nel comprendere come applicare questi limiti e quali strumenti amministrativi attivare per prevenire o mitigare le azioni esecutive.
In situazioni in cui la NASpI rappresenta l’unico reddito per una famiglia, o quando le trattenute, sommate ad altri debiti, superano il limite del quinto dello stipendio, o ancora, in caso di notifiche viziose, è fondamentale adottare una strategia efficace. Il tempismo gioca un ruolo decisivo: esistono finestre temporali limitate per contestare un atto, richiedere la riduzione di una trattenuta o ottenere una dilazione dei pagamenti.
Per affrontare il pignoramento della NASpI e i debiti con l’Agenzia delle Entrate, è essenziale fotografare la propria posizione debitoria, accedendo all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione per verificare lo stato dei propri debiti. È importante chiedere la rateizzazione dei debiti prima che l’azione esecutiva diventi effettiva, poiché ciò può bloccare nuove azioni esecutive e, in alcuni casi, sospendere quelle in corso.
È fondamentale far valere i limiti di pignorabilità stabiliti per i crediti tributari su stipendi e trattamenti assimilati, richiedendo all’INPS l’applicazione corretta delle percentuali e, se necessario, chiedendo una riduzione al giudice dell’esecuzione. Proteggere il minimo vitale è cruciale, anche quando il pignoramento colpisce il conto corrente, separando e salvaguardando una quota minima indispensabile per il sostentamento.
In caso di pignoramento già notificato all’INPS, è importante agire su due fronti: amministrativo, sollecitando la sospensione della trattenuta, e giudiziale, valutando un’opposizione agli atti esecutivi in caso di vizi. Evitare errori comuni, gestire i concorsi di prelievi e documentare accuratamente la propria situazione economica sono passaggi chiave per affrontare efficacemente il pignoramento.
Infine, è vitale prestare attenzione alle scadenze per opporsi a un atto o richiedere la riduzione delle trattenute, e adottare una strategia di prevenzione e monitoraggio per evitare che il pignoramento della NASpI diventi un problema insormontabile. Le recenti indicazioni operative dell’INPS confermano che, pur essendo la riscossione legittima, deve rispettare i limiti imposti dalla legge e la tutela dei mezzi minimi di sussistenza.





