Nuovo scandalo nel calcio italiano, indagine Procura FIGC: rischia di saltare tutto

Arriva un nuovo scandalo nel calcio italiano con un’indagine aperta dalla Procura della FIGC, rischia davvero di saltare tutto.

Nel calcio italiano c’è qualcosa che scricchiola. Non è la solita polemica del lunedì, né una controversia limitata al campo. Stavolta c’è di mezzo una indagine della Procura FIGC, un fascicolo aperto che sfiora i piani alti dell’organizzazione e rimette in discussione un tassello fondamentale dell’architettura del pallone.

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Nuovo scandalo nel calcio italiano, indagine Procura FIGC: rischia di saltare tutto (ANSA) ReferendumCittadinanza.it

Si parla di atti, di carte, di passaggi procedurali: materia fredda, sì, ma con effetti potenzialmente incandescenti. Perché, se certe verifiche dovessero trovare conferme, non si tratterebbe di un’aggiustatina: qui si profila qualcosa che può mettere in discussione assetti, ruoli, equilibri. In breve: rischia davvero di saltare tutto.

Il perimetro è quello istituzionale, non il rettangolo verde. Eppure l’onda d’urto potrebbe arrivare fino alle partite del weekend. Quando entra in scena la Procura Federale, il vocabolario cambia: non più “opinioni”, ma “accertamenti”; non più “percezioni”, ma “atti”. In questi giorni si incrociano ricostruzioni, smentite, e il consueto balletto di segnali che precede ogni inchiesta che conta. L’aria è pesante, il lessico è prudente. E la domanda che rimbalza – nelle chat dei dirigenti come nei corridoi federali – è una soltanto: quanto è profondo il problema?

La fotografia, al netto dei dettagli ancora coperti dal riserbo, è quella di una verifica sui meccanismi decisionali, su come sono stati assunti certi passaggi chiave. Schema già visto? Forse. Ma ogni volta che il cuore amministrativo del calcio finisce sotto lente, il sistema trema. E la sensazione, condivisa da più parti, è che il margine d’errore oggi sia pari a zero. Perché qui non si gioca solo la credibilità di un’elezione, ma la tenuta dell’intero impianto che da quell’elezione dipende.

La Procura Federale indaga sull’elezione di Zappi: ipotesi commissariamento

Il nodo, ora lo si può dire, è l’elezione di Zappi alla guida dell’Associazione Italiana Arbitri. La Procura Federale ha avviato un’indagine sui passaggi che hanno portato alla nomina e sta valutando eventuali irregolarità procedurali, con sullo sfondo l’ipotesi estrema del commissariamento dell’AIA. È uno scenario che nessuno evoca a cuor leggero: commissariare significa sospendere l’ordinaria governance e affidarla a un commissario con pieni poteri per traghettare l’ente fuori dalla crisi.

zappi e gli altri
La Procura Federale indaga sull’elezione di Zappi: ipotesi commissariamento (ANSA) referendumcittadinanza.it

Di cosa parliamo, concretamente? Di verifiche su quorum, modalità di voto, atti preparatori, eventuali ricorsi ignorati o procedure interpretate in modo disinvolto. Passaggi che, se confermati in un deferimento, porterebbero il caso davanti al Tribunale Federale. Da lì, l’esito può andare in più direzioni: dal semplice richiamo formale all’annullamento dell’elezione, fino – appunto – al commissariamento. Tutto questo, mentre la stagione scorre e i campionati hanno bisogno di una catena decisionale affidabile per le designazioni, la formazione degli organici, la gestione dei casi controversi.

Perché la questione è così sensibile? Perché tocca il centro nervoso che governa gli arbitri. La fiducia nelle designazioni non si costruisce solo con le prestazioni in campo; nasce anche da regole chiare sopra la linea laterale. Se quella cornice vacilla, ogni fischio rischia di suonare diverso. E non è un dettaglio: la credibilità arbitrale è un asset competitivo per l’intero movimento.

Nelle prossime settimane la Procura Federale completerà l’acquisizione degli atti e ascolterà i protagonisti. I tempi, salvo accelerazioni, non sono mai lampo: serve metodo, e ogni passaggio deve essere blindato. Intanto, le società osservano con apprensione: un eventuale riassetto dell’AIA, specie in corsa, comporterebbe decisioni rapide su designazioni, organigrammi, linee tecniche. Non parliamo di campionati a rischio, ma di stabilità di governance in un momento già complesso per il calcio italiano.

Il punto, oggi, è non alzare la voce più dei fatti. L’inchiesta c’è, il rischio commissariamento pure, e basterebbe questo a spiegare il livello della posta in gioco. Il resto è metodo: trasparenza, tempi certi, comunicazioni sobrie. Perché se davvero qualcosa dovesse saltare, l’unico modo per far ripartire tutto è garantire che le regole – tutte – siano state rispettate. Fino all’ultima riga.

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