Il carburante presto andrà a vivere una rivoluzione che porterà alla “pensione” benzina e diesel in tutta Europa. C’è già l’annuncio del Governo e una nuova legge.
Una nuova legge apre ufficialmente la strada a un carburante rinnovabile destinato, nelle intenzioni dell’Esecutivo, a mandare in pensione benzina e diesel tradizionali. Il Governo ha annunciato l’approvazione di un quadro normativo che consente l’immissione sul mercato e la distribuzione di combustibili di nuova generazione, compatibili con i motori esistenti e in grado di ridurre drasticamente le emissioni climalteranti lungo l’intero ciclo di vita. È il primo tassello di una strategia che punta a portare questo carburante in tutta Europa, armonizzandone standard, certificazioni e regole d’uso con la cornice comunitaria già in evoluzione.
Il provvedimento interviene su più fronti: riconosce formalmente le specifiche tecniche dei carburanti paraffinici e sintetici “drop-in” che possono sostituire i prodotti fossili senza modifiche ai veicoli; prevede procedure semplificate per l’apertura di punti vendita e per l’adeguamento degli impianti; introduce criteri di sostenibilità che vincolano l’accesso agli incentivi a filiere tracciabili, basate su scarti, residui e rifiuti, secondo gli standard europei. Nella visione dell’Esecutivo, l’effetto combinato di disponibilità alla pompa, neutralità tecnologica e spinta agli investimenti può accelerare la transizione del parco circolante, offrendo un’alternativa immediata ai carburanti fossili.
L’annuncio arriva in un momento in cui il mercato è pronto a fare un salto di scala. Raffinerie e bioraffinerie europee hanno avviato linee dedicate a prodotti come HVO (olio vegetale idrotrattato) e carburanti sintetici power-to-liquid; diverse case automobilistiche hanno certificato la compatibilità dei propri motori con miscele ad alta quota di componente rinnovabile, e in alcuni Paesi hanno già debuttato pompe dedicate. La nuova legge punta a mettere ordine e a dare certezza agli operatori, con un percorso regolatorio chiaro su etichettatura, qualità del prodotto, responsabilità del fornitore e monitoraggio delle emissioni “well-to-wheel”.
Il carburante al centro della nuova legge ricade in due grandi famiglie: i biocarburanti avanzati e gli e-fuel. I primi comprendono prodotti come HVO e BtL (biomass-to-liquid) ottenuti da scarti agricoli, residui forestali, oli esausti e rifiuti organici. Grazie a processi di idrotrattamento e sintesi Fischer-Tropsch, si ottiene un combustibile paraffinico chimicamente simile al diesel, utilizzabile come drop-in e conforme a standard europei come la EN 15940. Gli e-fuel, invece, sono carburanti sintetici prodotti combinando idrogeno ricavato da elettricità rinnovabile con CO2 biogenica o catturata: ne derivano e-diesel ed e-gasoline che, a regime, possono azzerare quasi del tutto la CO2 fossile lungo il ciclo di vita, a patto che l’energia impiegata sia realmente verde.
A livello comunitario, la Commissione europea ha avviato una revisione dei regolamenti sulle emissioni dei veicoli e sta valutando come integrare nella normativa i contributi dei carburanti rinnovabili, mantenendo al contempo l’obiettivo di riduzione della CO2 per le nuove immatricolazioni. Il principio chiave in discussione è come passare dal solo conteggio “allo scarico” a un approccio più ampio, che misuri le emissioni sull’intero ciclo di vita, senza indebolire i target. Già oggi il diritto europeo riconosce la possibilità di registrare, dopo il 2035, veicoli progettati per funzionare esclusivamente con carburanti a emissioni nette nulle, e promuove quote crescenti di combustibili rinnovabili nel trasporto attraverso la direttiva sulle energie rinnovabili.
La partita, tuttavia, si gioca sulla definizione rigorosa dei criteri di sostenibilità: tracciabilità delle materie prime, divieto di impiego di colture in competizione con l’alimentare, certificazioni indipendenti, limiti stringenti alle emissioni indirette. La Commissione, in dialogo con Stati membri, industria e ambientalisti, sta chiarendo standard di qualità e metodologie di calcolo per garantire che i benefici climatici dichiarati siano reali e verificabili. In parallelo, prosegue il lavoro tecnico per armonizzare le specifiche dei prodotti, dall’e-diesel alla benzina sintetica compatibile con lo standard EN 228, così da assicurare interoperabilità nelle reti distributive.
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