Euro 2032, Italia già fuori ecco da chi sarà sostituita: beffa enorme

Per Euro 2032 l’Italia è già stata fatta fuori per la sorpresa di tutti, è una beffa davvero enorme. Andiamo a vedere più da vicino chi la sostituirà davvero.

C’è un mormorio che cresce, distante dagli spalti e più vicino ai corridoi dove si decidono dossier e scadenze. Si parla di Euro 2032 e di un’Italia che, a sorpresa, sarebbe già fuori. Non per un rigore sbagliato o un girone andato storto, ma per qualcosa di più profondo, e di meno spettacolare: pratiche, cantieri, tempi. E il dettaglio che rende tutto più pungente è che, secondo chi segue il dossier, una sostituta sarebbe già pronta a subentrare. Una candidata scomoda, capace di trasformare una questione organizzativa in una beffa enorme.

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Euro 2032, Italia già fuori ecco da chi sarà sostituita: beffa enorme (ANSA) referendumcittadinanza.it

Per capire come ci si sia arrivati bisogna spostare lo sguardo dal campo al tavolo dei lavori. Negli ultimi mesi si è accumulato un malcontento latente: piani che slittano, decreti che tardano, progetti che cambiano pelle. È la partita che ogni Paese ospitante gioca lontano dalle telecamere: stadi da rifare o da ripensare, garanzie da mettere nero su bianco, milestone da rispettare. E mentre l’orologio corre, qualcuno altrove ha fiutato l’occasione.

Dietro le quinte, infatti, si è mossa una federazione che non ha mai smesso di guardare con ambizione ai grandi eventi. Lo ha fatto scegliendo il momento giusto e un messaggio semplice: se serve, ci siamo.

La Russia si fa avanti: “Pronti a ospitare Euro 2032 al posto dell’Italia”

La sveliamo così, senza giri di parole: secondo quanto riportato da ANSA, la Federcalcio russa ha dichiarato di essere pronta a prendersi Euro 2032 al posto dell’Italia. È qui la torsione narrativa: “fuori” non allude alla Nazionale e alla qualificazione, ma al ruolo di Paese ospitante. La Russia entra in scena come sostituta potenziale, mettendo pressione su dossier già complessi. Un tempismo che sorprende e divide, perché porta con sé un carico politico, sportivo e simbolico che va oltre il calcio.

spinazzola col pallone
La Russia si fa avanti: “Pronti a ospitare Euro 2032 al posto dell’Italia” (ANSA) referendumcittadinanza.it

Vale la pena ribadirlo: al momento non c’è alcuna decisione ufficiale di UEFA. Ma la mossa russa, di per sé, sposta l’asse del dibattito. Da un lato c’è l’assegnazione del 2023 che ha indicato Italia e Turchia come co-organizzatrici di Euro 2032; dall’altro, la realtà di stadi e infrastrutture che in Italia faticano a trovare una via rapida. In mezzo, un attore — la Russia — che annuncia disponibilità e rompe il silenzio proprio mentre a Nyon si monitorano i progressi. Risultato: la sensazione di una partita che rischia di sfuggire di mano.

Per i tifosi la distinzione è cruciale: qui non c’entra il cammino della Nazionale. Qui si parla di ospitare o non ospitare. Che ne sarebbe, poi, della co-organizzazione con la Turchia? Sarebbe confermata? Modificata? Domande che oggi non hanno risposta. L’unica certezza è che i grandi tornei non si improvvisano e che le “finestre” entro cui chiudere i cantieri non perdonano ritardi.

Sul piano geopolitico la mossa russa apre un fronte delicato. Negli ultimi anni UEFA e FIFA hanno adottato decisioni drastiche nei confronti del calcio russo, e non è un dettaglio che la finale di Champions del 2022 sia stata spostata da San Pietroburgo. Pensare di riportare un Europeo lì non è un’operazione neutra: richiederebbe passaggi politici e sportivi di enorme portata. Eppure, proprio per questo, l’annuncio pesa. Come dire: se l’Italia esita, c’è chi scalpita.

Niente strappi, almeno sulla carta. Finché non arriva una decisione UEFA, il quadro resta quello noto: Euro 2032 assegnato a Italia e Turchia, con iter e controlli in corso. Ma il messaggio è chiaro e assomiglia a un ultimatum implicito: o si accelera davvero — progetti, appalti, cantieri, garanzie — oppure il rischio di una sostituzione smette di essere un fantasma. E sarebbe una beffa doppia: sportiva nell’immaginario, politica nella sostanza.

In fondo, di tutto questo parleremo ancora. Ma oggi il punto è uno: la pressione è tornata altissima. E il calcio, quando esce dal campo, sa essere anche più duro di una finale ai rigori.

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