Buoni Poste, il trucco per mettere a sicuro i tuoi soldi: non li perderai mai

Sapete che c’è un trucco per mettere al sicuro tutti i tuoi soldi? I Buoni Poste non li rischierai più, non li perderai davvero mai. Scopri insieme a noi tutte le specifiche per evitare dei guai.

In Italia, i Buoni Fruttiferi Postali sono sinonimo di risparmio sicuro e di lungo periodo. Milioni di famiglie li hanno scelti per mettere da parte il capitale senza esporsi alla volatilità dei mercati. Eppure, c’è un rischio spesso sottovalutato: dimenticare la scadenza, smarrire i titoli cartacei o non richiederne il rimborso per tempo.

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Buoni Poste, il trucco per mettere a sicuro i tuoi soldi: non li perderai mai (referendumcittadinanza.it)

È qui che entra in gioco un “trucco” legale e alla portata di tutti, che consente di mettere davvero al sicuro i soldi dei Buoni e di non perderli mai. La soluzione esiste, è prevista dalle stesse regole di Poste Italiane, e in molti casi può azzerare il pericolo più grande per chi possiede titoli cartacei: la prescrizione. Ma di cosa si tratta, come funziona e quando si può usare? Prima di svelarlo, vale la pena capire perché è così importante.

I Buoni Fruttiferi Postali hanno una scadenza naturale al cui raggiungimento smettono di produrre interessi. Dal giorno successivo alla scadenza, infatti, diventano infruttiferi: non maturano più rendimenti, restando semplicemente “da riscuotere”. Se poi i titoli sono in forma cartacea e passano 10 anni dalla scadenza senza che nessuno li presenti al rimborso, i diritti dell’intestatario o degli aventi causa si prescrivono: significa che non si ha più diritto a chiedere la restituzione né del capitale né degli interessi maturati. È successo e continua a succedere a chi ritrova buoni nel cassetto troppo tardi, magari intestati a un familiare deceduto o dimenticati dopo un trasloco.

Il trucco spiegato: trasformare i buoni cartacei e azzerare il rischio prescrizione per risparmiare

Il “trucco” è la dematerializzazione dei Buoni Fruttiferi Postali cartacei. In pratica, il titolo fisico viene convertito in forma elettronica e collegato a un conto di regolamento intestato al titolare (Libretto Postale o conto corrente BancoPosta). Questa procedura è consentita secondo le modalità indicate da Poste Italiane in Ufficio Postale, con una condizione chiave: l’intestazione del buono da dematerializzare deve coincidere con quella del libretto o del conto che riceverà gli accrediti. La richiesta può essere presentata fino a due mesi prima della scadenza naturale del buono; superata questa finestra, non è più possibile procedere alla conversione del singolo titolo.

monete e salvadanaio
Il trucco spiegato: trasformare i buoni cartacei e azzerare il rischio prescrizione per risparmiare (referendumcittadinanza.it)

Perché è una protezione così forte? Perché i buoni dematerializzati non si prescrivono: arrivati a scadenza, vengono rimborsati automaticamente e l’importo è accreditato sul conto di regolamento indicato. Non serve ricordarsi la data, non c’è il rischio di perdere il pezzo di carta, non incombe l’ombra dei dieci anni post-scadenza che azzerano i diritti. Resta valida la regola generale per cui, dalla scadenza in poi, i buoni smettono di produrre interessi; ma a differenza dei titoli cartacei, l’accredito avviene senza necessità di presentarsi allo sportello, impedendo di fatto che il capitale resti “dormiente” fino alla prescrizione.

Per chi possiede buoni cartacei, la dematerializzazione richiede un passaggio allo sportello, portando con sé i titoli originali e indicando il libretto o il conto BancoPosta con la stessa intestazione. Gli operatori seguono le procedure previste e, una volta completata la trasformazione, il buono vive in forma elettronica fino alla scadenza, quando sarà rimborsato in automatico. Se la scadenza è molto vicina, è importante muoversi per tempo: la domanda è ammessa soltanto fino a due mesi prima della naturale scadenza del titolo. Dopo, il buono potrà essere rimborsato, ma se resta fermo e nessuno lo presenta all’incasso, inizierà a scorrere il conto alla rovescia dei dieci anni verso la prescrizione (solo per i cartacei).

Un altro aspetto da conoscere riguarda la storia dei buoni cartacei: quelli emessi fino al 13 aprile 2001, se non riscossi e poi prescritti, confluiscono a favore del Ministero dell’Economia; quelli emessi dal 14 aprile 2001, se prescritti, alimentano il Fondo dei rapporti dormienti. Questo rende ancora più utile verificare le date di emissione e valutare la dematerializzazione quando possibile. Il rendimento del titolo non cambia per effetto della conversione: restano le condizioni originarie, con l’unica differenza che il rimborso è certo e automatizzato.

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