Ti spettano fino a 500 euro al mese: se rientri in questa fascia d’età puoi richiedere subito questo Bonus

Se appartieni alla fascia d’età giusta, puoi ottenere fino a 500 euro al mese: questo è un aiuto fresco, rapido e senza ISEE per questi soggetti.

Smettiamola di pensare che l’avvio di un’attività sia solo sacrificio e soldi che volano via. Il vero problema, oggi, è ignorare le agevolazioni giuste e arrivare tardi. Quante volte hai sentito parlare di bandi e incentivi ma hai rimandato perché “tanto c’è tempo”?

scritta bonus e donna che indica con il dito e pianta sullo sfondo
Se rientri in questa fascia d’età puoi richiedere subito questo bonus: ti spettano fino a 500 euro al mese – referendumcittadinanza.it

Il tempo è letteralmente denaro e il conto alla rovescia è già partito. Sì, perché se si rientra in questa fascia d’età è possibile richiedere un nuovo bonus fino a 500 euro al mese. Ecco di cosa si tratta.

Cosa sapere sul nuovo bonus da 500 euro al mese

Chi ha meno di 35 anni, è disoccupato e apre una nuova impresa in Italia tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025 può richiedere un contributo concreto, pensato proprio per alleggerire i costi iniziali.

dito che clicca sulla scritta bonus
Cosa sapere sul nuovo bonus da 500 euro al mese – referendumcittadinanza.it

Non parliamo di promesse vaghe: il bonus è parte del Programma Nazionale Giovani, donne e lavoro, ha uno stanziamento di 63 milioni di euro fino al 2028 e riguarda settori strategici come manifattura, informatica, servizi professionali, sanità, cultura e costruzioni.

Non c’è ISEE da presentare: contano età, stato di disoccupazione e settore. Il contributo è di 500 euro al mese, ma viene erogato in anticipo annuale. Tradotto: 6.000 euro all’inizio di ogni anno di fruizione dell’agevolazione, fino a tre anni e comunque non oltre il 31 dicembre 2028.

La ciliegina? È esentasse. Sì, soldi che puoi usare per cassa iniziale, attrezzature, software, utenze, marketing. A patto di rispettare le regole: l’attività deve restare attiva per tutto il periodo, e se sei in società può richiederlo un solo socio in possesso dei requisiti, che dovrà rimanere nella compagine.

Ogni anno dovrai anche dichiarare che le spese sostenute sono coerenti con il piano aziendale iniziale. Il rischio di non agire subito è concreto. Aspettare significa rinunciare a una liquidità che può fare la differenza tra testare un prodotto con serenità o tagliare sul necessario.

E c’è un altro fattore tempo: le risorse sono ripartite tra regioni e l’INPS può sospendere l’accoglimento delle domande se i fondi si avvicinano all’esaurimento. In pratica, ogni giorno di attesa aumenta la probabilità di restare fuori, con l’effetto domino di dover finanziare da solo costi fissi e variabili nel momento più fragile della tua impresa.

È un’urgenza vera: la differenza tra un avvio ansioso e un avvio sostenuto la fanno queste scelte. Dunque se rientri nella fascia under 35, sei disoccupato e stai aprendo ora o hai aperto dal 1° luglio 2024 in poi, verifica subito che il codice ATECO del tuo settore rientri tra quelli ammissibili indicati per i comparti strategici (manifattura, informatica, servizi professionali, sanità, cultura, costruzioni).

Non serve ISEE, quindi non impantanarti in burocrazia inutile: concentra le energie sul rispetto delle scadenze. La domanda si presenta esclusivamente online sul portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS tramite il Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche.

Il termine è tassativo: entro 30 giorni dall’apertura dell’impresa risultante dalla Comunicazione Unica al Registro delle Imprese. Piccola eccezione di calendario: per le attività avviate prima del 28 novembre 2025, il termine decorre dalla pubblicazione della circolare che ha reso operativa la procedura.

Se non hai un’identità digitale, non intestardirti: rivolgiti a un patronato o al Contact Center INPS per farti assistere nella trasmissione. Una volta ottenuto il via libera, ricordati che il contributo è di 500 euro al mese, erogati in anticipo come 6.000 euro all’inizio di ciascun anno di fruizione, fino a un massimo di tre anni e comunque non oltre il 31 dicembre 2028.

Trattali come un “serbatoio” da gestire con cura: ogni anno dovrai attestare la coerenza delle spese con il business plan. Questo passaggio non è una formalità: serve a mantenere vivo il diritto al bonus e a dimostrare che stai usando la liquidità per far crescere davvero l’impresa.

E se sei in società, pianifica in modo chirurgico: il socio che presenta la domanda deve possedere i requisiti e restare in compagine per tutta la durata. Cambiare carte in tavola a metà strada può complicare la vita amministrativa e mettere a rischio l’erogazione.

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