Sta per arrivarti il bonifico dell’Agenzia delle Entrate: i rimborsi tanto attesi del 2025.
Il 2025 sta scivolando verso la chiusura e per molti contribuenti italiani il tema più concreto, in queste settimane, è uno soltanto: il credito IRPEF risultante dal modello 730. Il passaggio è quello classico di fine anno, ma non per tutti si è già completato.
Chi ha presentato la dichiarazione entro l’estate è ancora in attesa dell’accredito, e le ragioni possono essere diverse, dalla tipologia di modello utilizzato alle verifiche automatiche che la macchina fiscale fa scattare in presenza di alcune condizioni.

La cornice è quella dei rimborsi legati all’anno d’imposta 2024, liquidati nel corso del 2025. La finestra di fine anno è tradizionalmente decisiva, e lo sarà anche stavolta: è qui che si concentrano le operazioni per chi non ha un sostituto d’imposta e per chi sta superando gli ultimi controlli formali.
Per molti, l’accredito non è un fulmine a ciel sereno ma l’ultimo tassello di una procedura avviata mesi fa. Eppure, proprio la coda dell’anno nasconde alcune variabili che conviene conoscere per evitare sorprese e, soprattutto, per monitorare correttamente lo stato del rimborso atteso.
Date e regole, ecco quando parte l’accredito
Il calendario conferma che l’Agenzia delle Entrate avvia i pagamenti a ridosso di dicembre, con la partenza delle erogazioni dalla prima settimana del mese. Per chi ha presentato il 730 con sostituto d’imposta, la regola resta quella di sempre: il rimborso arriva tramite datore di lavoro con la prima busta paga utile oppure, per i pensionati, con il primo cedolino utile.

Discorso diverso per chi ha optato per il modello 730 senza sostituto d’imposta. In questo caso l’erogazione è a cura diretta dell’Agenzia tramite bonifico sul conto indicato dal contribuente. L’operazione si concentra proprio a dicembre e, in assenza di coordinate bancarie comunicate, l’ente invia un assegno vidimato: una modalità più lenta ma generalmente risolutiva entro marzo dell’anno successivo, anche se non mancano i casi di recapito già entro la fine dell’anno.
Ritardi? Possono dipendere dai controlli formali: per importi a credito particolarmente elevati, tipicamente oltre 4.000 euro, scattano verifiche automatiche che possono allungare i tempi di qualche mese. Si tratta di uno step previsto a tutela della corretta liquidazione dei rimborsi, spesso legato alla presenza di detrazioni rilevanti o di conguagli complessi.
Il canale più rapido per verificare la propria situazione è accedere alla propria area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Servono le credenziali SPID, CIE o CNS. Ecco il percorso essenziale:
- accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate e autenticarsi.
- entrare nella sezione “Consultazioni” e poi nella sotto-sezione dedicata alle dichiarazioni fiscali.
- selezionare il 730 dell’anno di riferimento (dichiarazione 2025 per anno d’imposta 2024).
- cliccare su “Controlla lo stato della dichiarazione” per visualizzare avanzamento e modalità di pagamento registrata.

Se l’IBAN non risulta presente, è consigliabile inserirlo o aggiornarlo nella sezione dedicata ai rimborsi, così da evitare l’emissione di assegni e velocizzare l’incasso. In presenza di incongruenze anagrafiche o cambi di banca recenti, un controllo preventivo può fare la differenza.
Lavoratori dipendenti e pensionati vedono il rimborso in busta paga o sul cedolino pensione nella prima mensilità disponibile dopo la liquidazione del 730. Contribuenti senza sostituto d’imposta ricevono il pagamento diretto dall’Agenzia, concentrato a dicembre tramite bonifico o assegno vidimato.
Lavoratori autonomi, che non utilizzano il 730 ma il modello Redditi Persone Fisiche, affrontano tempi di rimborso più lunghi e dinamiche diverse. Il denominatore comune è l’IRPEF a credito, cioè la differenza positiva che nasce da oneri detraibili o deducibili e da ritenute versate in eccesso durante l’anno.
La presenza di spese sanitarie, interessi sul mutuo, bonus per ristrutturazioni e altre detrazioni può alzare l’importo a credito, talvolta fino alle soglie che attivano controlli aggiuntivi. L’IBAN comunicato garantisce l’accredito via bonifico, in genere entro dicembre per il 730 senza sostituto. L’assenza dell’IBAN porta all’emissione di assegno vidimato; i tempi possono allungarsi, con incasso spesso entro marzo, ma non sono esclusi recapiti già a dicembre.
Importi elevati o anomalie attivano controlli formali che possono spostare più avanti la data di pagamento; la pratica resta consultabile online con aggiornamenti di stato. Cambi di datore di lavoro o variazioni INPS possono causare possibili riallineamenti nei conguagli, con slittamenti sul primo cedolino utile.
Verificare sul portale ADE la presenza dell’IBAN aggiornato, controllare lo stato della dichiarazione e l’eventuale evidenza di controlli in corso. Tenere d’occhio busta paga o cedolino pensione per chi ha il sostituto. Per dubbi, ricorrere a SPID, CIE o CNS per consultazioni autonome o contattare l’assistenza ADE con protocollo della dichiarazione sottomano.





