Se hai meno di questa età, c’è un contributo che può trasformarsi in oltre 1.000 euro subito: un aiuto poco pubblicizzato che passa per canali regionali, comunali e persino gli enti bilaterali del tuo settore. Ecco chi può richiedere questo bonus.
Il panorama degli affitti nelle grandi città è sempre più proibitivo, con un aumento dei canoni che non guarda in faccia a nessuno e un’offerta che si restringe visibilmente. Questa situazione mette a dura prova molti, soprattutto giovani e lavoratori con contratti precari, che si trovano a dover fare i conti con spese sempre maggiori e la paura di non riuscire a pagare il canone.

Ogni mese è una corsa a ostacoli tra canone, bollette e spese impreviste, e l’idea di “mettere via qualcosa” sembra un lusso. La domanda vera è: perché nessuno ti ha ancora detto che esistono contributi pensati proprio per te, pronti a dare ossigeno al tuo bilancio? Un esempio è il bonus da 1000 euro: ecco chi può richiederlo.
Chi può richiedere il bonus da 1000 euro
Il problema è lampante e ha un nome poco simpatico: caro affitti. I canoni continuano a salire, l’offerta si restringe, e per chi ha redditi medio-bassi o contratti a termine il rischio è di scivolare nella morosità incolpevole anche senza aver fatto nulla di “sbagliato”.

Si presenta così: hai un contratto di locazione regolare e registrato, magari condividi spese con un partner o un coinquilino, ma bastano una riduzione dell’orario, un mancato rinnovo di un contratto a termine o una malattia grave in famiglia perché il conto a fine mese non torni più.
Gli sportelli casa dei Comuni e le associazioni degli inquilini lo ripetono da anni: chi arriva in ritardo a chiedere aiuto si trova spesso già con arretrati, lettere dell’amministratore e una pressione che non fa dormire. E qui entra il “trucco” legale e concreto che tanti ignorano: oltre ai classici bandi comunali e regionali, il welfare integrativo si sta muovendo.
Gli enti bilaterali collegati ai contratti collettivi di diversi settori stanno attivando rimborsi e contributi per l’alloggio per alleggerire il canone o coprire momenti di difficoltà. Non sono chiacchiere: sono misure nate per prevenire emergenze abitative e stoppare sul nascere gli sfratti per ragioni economiche.
In Lombardia è partito un contributo che fa proprio al caso: si chiama “Sostegno al mantenimento dell’alloggio in locazione sul libero mercato”. La Regione Lombardia ha stanziato oltre 835.000 euro, con un valore medio che sfiora i 1.045 euro per nucleo.
L’obiettivo è chiaro: supportare chi rischia la morosità incolpevole e garantire stabilità abitativa anche a chi non rientra nei canali classici dell’edilizia sociale. I requisiti non sono lunari, ma vanno letti con attenzione. Serve essere residenti nell’alloggio, con contratto regolare e registrato, e non essere proprietari di un immobile adeguato per il proprio nucleo.

In più, non devono esserci procedure di rilascio già in corso. Quanto alle priorità, la Regione dà una corsia preferenziale a chi ha subito scossoni economici: perdita del lavoro, riduzione dell’orario con taglio del reddito, chiusura di un’attività professionale, mancato rinnovo di un contratto a termine, oltre a malattia grave o decesso di un componente.
E la parte che ti farà drizzare le orecchie: i nuclei composti da soli under 36 sono espressamente considerati nel ventaglio dei criteri preferenziali. Tradotto: se vivi in affitto e hai meno di 36 anni, questa è la fila giusta. Funziona così: il contributo è pensato per alleggerire subito il canone e prevenire il buco che, mese dopo mese, diventa voragine.
I Comuni pubblicano gli avvisi e indicano modalità e scadenze per presentare domanda; la Regione coordina e finanzia. Il ritmo è rapido: i bandi hanno finestre temporali definite e le risorse non sono infinite. Muoversi adesso non è un capriccio: è la differenza tra ottenere oltre 1.000 euro e restare a guardare mentre il plafond si esaurisce.
Se non sei in Lombardia, sappi che quasi tutte le Regioni e tantissimi Comuni attivano periodicamente il Fondo sostegno affitti e il Fondo per la morosità incolpevole. Sono misure nazionali e locali che, ogni anno, rimbalzano sui siti istituzionali con bandi a scadenza.
E poi ci sono loro, gli enti bilaterali: se lavori nel commercio, nel turismo, nell’artigianato o in altri settori coperti da CCNL con welfare integrativo, verifica se l’ente di riferimento eroga contributi per canone, deposito o spese condominiali. È il classico aiuto che esiste, ma se non lo chiedi non arriva.





