Arriva una decisione epocale per quanto riguarda la Polizia, una rivoluzione che lascia tutti senza parole. Accadrà davvero a brevissimo, ecco di cosa si tratta.
Una rivoluzione in Polizia sta per essere messa in atto, segnando una decisione epocale che vedrà i suoi effetti manifestarsi in tempi brevi. L’innovazione principale consiste nell’introduzione di veicoli con funzionalità di guida autonoma all’interno delle flotte operative, un cambiamento che fino a poco tempo fa sembrava appartenere al futuro.
Grazie alla maturazione delle tecnologie di bordo, alla disponibilità di piattaforme elettriche dotate di sensori avanzati e all’evoluzione dell’intelligenza artificiale, questo obiettivo ambizioso è ora alla portata. L’intento è quello di migliorare la sicurezza, l’efficienza e i tempi di intervento, riducendo al contempo i consumi, gli errori umani e i costi di gestione.
Da un punto di vista operativo, questa trasformazione si traduce nell’adozione di protocolli che permettono alle forze dell’ordine di utilizzare veicoli equipaggiati con sistemi avanzati di assistenza alla guida per svolgere compiti non critici. Questi includono il pattugliamento preventivo su percorsi predefiniti, il presidio dinamico di aree sensibili, la raccolta di evidenze video e telemetriche, e il supporto alle attività di viabilità. Nonostante l’automazione, la supervisione umana rimane fondamentale, ma l’auto si trasforma in un partner attivo, capace di gestire autonomamente molte fasi ripetitive e a basso rischio. Questo passaggio promette di alleggerire il carico cognitivo degli agenti, liberando risorse per gli aspetti più critici dell’ordine pubblico.
Il timing per l’implementazione di questa innovazione è molto stretto, con le procedure autorizzative ormai in fase avanzata e i primi impieghi in scenari reali previsti per un futuro molto prossimo. Inizialmente, verranno lanciati progetti pilota in zone georeferenziate, con condizioni d’uso ben definite, per poi estendere gradualmente l’ambito di applicazione in base ai risultati ottenuti. Al momento, non si prevede l’uso di questa tecnologia per inseguimenti ad alta velocità o manovre d’emergenza completamente automatizzate, che rimarranno prerogativa degli agenti umani. Tuttavia, per il pattugliamento quotidiano e la deterrenza tecnologica, il miglioramento è già tangibile.
Miami si è distinta come pioniera in questo ambito, presentando la prima auto della polizia con funzioni di guida autonoma impiegata operativamente. Questo veicolo, basato su una moderna piattaforma elettrica, è dotato di un avanzato pacchetto di sensori (telecamere ad alta risoluzione, radar e lidar), centraline di calcolo dedicate e un software di guida automatizzata. Questa tecnologia permette di gestire accelerazione, frenata, mantenimento di corsia e cambi di direzione in determinati contesti, pur rimanendo sempre sotto la supervisione dell’agente. La scelta di un mezzo elettrico risponde non solo a esigenze di autonomia e riduzione dei costi di esercizio, ma anche alla necessità di alimentare un complesso ecosistema di dispositivi di bordo.
La guida autonoma non implica l’assenza di agenti a bordo, ma introduce una modalità cooperativa in cui la tecnologia agisce come un copilota instancabile. Questo riduce la fatica nei turni lunghi, aumenta la consapevolezza situazionale e lascia agli operatori la gestione delle decisioni più delicate. La fase iniziale del progetto a Miami prevede percorsi mappati e un insieme di regole ben definite, con la ripresa manuale del controllo in condizioni avverse o in scenari complessi. L’integrazione con l’arredo urbano intelligente è anch’essa parte della sperimentazione, poiché l’efficienza massima si ottiene quando il veicolo è in grado di “comunicare” con l’infrastruttura cittadina.
L’esperienza di Miami sta fungendo da modello a livello globale, con diverse amministrazioni che osservano con interesse per definire standard operativi e capitolati tecnici. In Europa, il quadro normativo si sta consolidando, aprendo la strada a usi professionali strutturati della guida autonoma. Anche in Italia, dove sono già state avviate sperimentazioni in ambito urbano, la discussione sta procedendo verso una fase più pragmatica, con la predisposizione di aree test e la definizione di scenari d’uso specifici. Con i primi impieghi operativi ormai imminenti, la decisione epocale inizia a tradursi in passi concreti verso una nuova era della sicurezza pubblica.
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