“Rimborso da 1.495€”. Caos Agenzia delle Entrate, stanno arrivando queste email

Caos Agenzia delle Entrate: stanno arrivando queste email che comunicano che si ha diritto ad un rimborso da 1.495 €. Cosa fare.

Un’ondata di email promettenti un presunto “rimborso fiscale” da 1.495 euro e 39 centesimi sta travolgendo caselle di posta elettronica in tutta Italia, scatenando confusione tra i contribuenti. Questi messaggi, che a prima vista sembrano impeccabili con il loro logo ufficiale e tono istituzionale, promettono un accredito rapido sul conto del destinatario, creando un clima di incertezza attorno alle comunicazioni ufficiali.

Donna con PC e documento
“Rimborso da 1.495€”. Caos Agenzia delle Entrate, stanno arrivando queste email – referendumcittadinanza.it

La promessa di un accredito così preciso, che richiederebbe solo di cliccare su un link e selezionare il proprio istituto di credito, rappresenta un gancio potente in un periodo denso di scadenze fiscali. Cosa fare qualora si ricevesse questa mail per avere davvero il rimborso? O meglio, cosa non fare per non rischiare il peggio?

Hai davvero diritto al rimborso dell’Agenzia delle Entrate?

Le indagini hanno rivelato che queste comunicazioni sono fraudolente, sfruttando il nome e i simboli dell’Agenzia delle Entrate per sottrarre dati sensibili. L’Agenzia stessa ha preso le distanze da questi messaggi, sottolineando la loro estraneità e invitando i cittadini a non fidarsi di inviti a cliccare su link esterni o a selezionare la propria banca per ottenere accrediti.

Schermata Agenzia delle Entrate
Hai davvero diritto al rimborso dell’Agenzia delle Entrate? (agenziaentrate.gov.it) – referendumcittadinanza.it

La raccomandazione è chiara: non fornire credenziali, dati personali e coordinate bancarie attraverso canali non verificati. In caso di dubbi, è consigliato consultare le sezioni informative ufficiali o contattare gli uffici territoriali. Le email fraudolente conducono l’utente su pagine che imitano i servizi pubblici, richiedendo di scegliere la propria banca per procedere con l’accredito.

A questo punto, viene richiesto di inserire le credenziali di accesso, dando inizio al furto di dati. La situazione è aggravata dalla pressione crescente su alcuni istituti bancari, che stanno segnalando anomalie d’accesso e predisponendo blocchi precauzionali. Gli esperti forniscono alcuni consigli per riconoscere le email sospette, tra cui:

  • importi precisi e molto simili ripetuti in modo seriale;
  • inviti a un’azione immediata con scadenze molto brevi;
  • richieste di inserimento di credenziali bancarie o OTP su pagine raggiunte da link;
  • domini o URL che non coincidono con i canali istituzionali.

L’obiettivo principale dei truffatori è l’acquisizione delle chiavi d’accesso al conto, permettendo movimentazioni fraudolente in tempi brevissimi. L’Agenzia delle Entrate ribadisce che non richiede mai l’inserimento di credenziali bancarie tramite email o SMS e che i rimborsi seguono iter tracciati e consultabili attraverso i servizi autenticati. In caso di ricezione di messaggi sospetti, è fondamentale non interagire con i link o i pulsanti integrati e contattare immediatamente la propria banca per adottare misure di sicurezza.

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