Allerta ufficiale del Ministero: un prodotto comune da dispensa è diventato oggetto di un nuovo richiamo alimentare. Non va consumato ma riportato indietro. Ecco perché.
Siamo sinceri: quando leggi “richiamo ufficiale” scatta un misto di ansia e confusione. Etichette da decifrare, lotti da controllare, date da incrociare. E intanto il dubbio: riguarda proprio quello che ho comprato? È qui che si gioca la differenza tra una seccatura di due minuti e un problema di salute (e portafoglio) che potevi evitare.

Perché i richiami non sono allarmismi gratuiti: sono il semaforo rosso che ti dice “fermati e controlla”. Facciamo ordine. I richiami del Ministero della Salute nascono per proteggere chi consuma: entrano in scena quando c’è il sospetto di contaminazioni microbiologiche, allergeni non dichiarati, errori in etichetta, o difetti che possono compromettere la sicurezza. Questa volta il richiamo riguarda un prodotto molto amato che non va consumato ma portato indietro. Ecco di quale si tratta.
Il prodotto richiamato dal Ministero della Salute
È stato diffuso un richiamo precauzionale per un lotto di curcuma macinata commercializzata da Mar Emilia Company. La motivazione è la possibile presenza di Bacillus cereus, un batterio che può causare intossicazioni alimentari con nausea, vomito o diarrea, in genere a insorgenza rapida.

Niente panico, ma massima attenzione: per i più vulnerabili, come bambini, anziani e persone immunocompromesse, le conseguenze possono essere più serie. La curcuma in questione è venduta in bustine da 100 grammi, con lotto 88137E110924 e TMC 07/2027. La produzione è stata effettuata da Doscadesa 200 S.L., nello stabilimento di calle Ricote 39, Molina de Segura (Murcia, Spagna), per Mar Emilia Company Srl.
Cosa significa “precauzionale”? Che il produttore, in coordinamento con le autorità, decide di ritirare il lotto potenzialmente a rischio anche prima di avere un quadro completo, per proteggere i consumatori. È la migliore notizia possibile in uno scenario del genere, perché dimostra un approccio rigoroso alla sicurezza. Ma questo richiede anche la nostra collaborazione: il prodotto con quei riferimenti non va consumato. Punto.
Se hai in casa una bustina di curcuma, la verifica si fa in due mosse: leggi marchio, formato, lotto e TMC; se coincidono con quelli indicati, il passo successivo è semplice. Isola la confezione (meglio non aprirla se sigillata), non utilizzarla neanche per “finirla nella cottura ad alta temperatura” — non è una buona idea — e restituiscila al punto vendita dove l’hai acquistata. In casi come questo, la regola è chiara: i prodotti richiamati si possono rendere anche senza scontrino, perché la sicurezza viene prima di tutto. Gli esercenti aggiornano i registri interni e procedono al rimborso o alla sostituzione secondo le istruzioni ricevute.
Una nota su Bacillus cereus: è un microrganismo presente in natura, capace di formare spore resistenti. Può provocare due sindromi principali, una con vomito e una con diarrea, spesso entro poche ore dal consumo dell’alimento contaminato. Le spezie, proprio perché usate in microdosi e spesso aggiunte a fine cottura, non sempre subiscono trattamenti termici sufficienti a neutralizzare eventuali contaminazioni.
Se hai usato la curcuma del lotto indicato di recente, meglio evitare di consumare eventuali avanzi di piatti con quella spezia e monitorare eventuali sintomi. In caso di malessere, è prudente contattare il medico o il servizio sanitario, soprattutto per soggetti fragili.





