Questa marca di riso è stata richiamata dal mercato: meglio restituirlo al punto vendita. Ecco di quale si tratta.
Una segnalazione di richiamo alimentare riporta ancora una volta l’attenzione sull’importanza di non consumare prodotti potenzialmente non conformi e di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dagli operatori e dalle autorità. Quando un alimento viene richiamato, non si tratta di un eccesso di prudenza o di un mero adempimento burocratico: è una misura preventiva a tutela della salute pubblica.

Il messaggio che accompagna questi avvisi è semplice e perentorio: non consumare il prodotto interessato e restituirlo al punto vendita per il rimborso o la sostituzione, seguendo le istruzioni comunicate. Nel concreto, cosa dovrebbe fare chi ha acquistato un prodotto oggetto di richiamo? Prima di tutto, evitare di aprirlo o di assaggiarlo. Quindi, verificare con attenzione etichetta e confezione: marca, formato, numero di lotto e termine minimo di conservazione (TMC) o data di scadenza sono gli elementi chiave per capire se il prodotto in casa rientra nell’avviso.
Il riso richiamato: meglio restituirlo al punto vendita
Il tema è particolarmente sensibile quando riguarda un alimento centrale nella dieta italiana come il riso. Versatile e presente in tutte le stagioni, il riso è la base di preparazioni iconiche e quotidiane: dai risotti cremosi alle minestre leggere, dalle insalate fredde estive agli arancini, fino alle cucine etniche, dove accompagna curry, wok e sushi. Il riso integrale, in particolare, è apprezzato per il profilo nutrizionale: il chicco completo preserva fibre, vitamine del gruppo B e minerali, e la sua masticabilità più decisa lo rende adatto anche a piatti unici, bowl e contorni.

Proprio perché così diffuso e poliedrico, un richiamo che coinvolge il riso merita attenzione, lettura attenta delle etichette e il rispetto delle avvertenze. Quando l’avviso fa riferimento a un “rischio chimico”, in genere il quadro normativo europeo fornisce la cornice di valutazione. Il Regolamento (UE) 2023/915 stabilisce i livelli massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, con particolare attenzione, per il riso, ad alcune micotossine e all’arsenico.
Non sempre, negli avvisi al pubblico, viene specificato quale contaminante sia stato rilevato oltre i limiti: la cosa essenziale per chi ha acquistato il prodotto è attenersi alla raccomandazione di non consumo e di restituzione. In questo contesto, si segnala che la catena NaturaSì ha pubblicato l’avviso relativo a un lotto di riso integrale per rischio chimico. Si tratta del richiamo da parte dell’operatore di un riso integrale biodinamico “Rosa Marchetti” a marchio Cascine Orsine.
La motivazione riportata nell’avviso è il superamento dei limiti dei contaminanti stabiliti dal Regolamento (UE) 2023/915. Nell’avviso non è specificato quali contaminanti siano coinvolti; il regolamento, per il riso, fa riferimento in particolare a talune micotossine e all’arsenico. Il prodotto interessato è commercializzato in sacchetti da 1 kg, con numero di lotto 25056CD0087 e termine minimo di conservazione (TMC) 25/08/2025 (una data già trascorsa, circostanza che potrebbe dipendere da un errore di compilazione del modulo di richiamo).
Il riso integrale richiamato è stato prodotto dall’Azienda Agricola Cascina Orsine nello stabilimento di Strada delle Grange 20, a Ronsecco, in provincia di Vercelli. L’avvertenza rivolta a consumatrici e consumatori è di non consumare il prodotto appartenente al lotto indicato e di riportarlo al punto vendita dove è stato acquistato. Laddove previsto dalle procedure dell’insegna, il reso può essere effettuato anche senza scontrino, presentando la confezione per l’identificazione del lotto. È importante sottolineare che il richiamo riguarda esclusivamente il lotto specificato e non altri lotti o referenze del marchio.





