Partita iva forfettaria, sarà ritorno al passato nel 2026: ufficiale la novità

Importante novità in sede di discussione della Manovra 2026 per quanto riguarda i requisiti e la gestione della Partite Iva a regime forfettario: per alcuni ci sarà un ritorno al passato per quanto riguarda le somme ed i requisiti.

Il regime forfettario si appresta a vivere una nuova fase di cambiamento che interesserà lavoratori dipendenti e pensionati. Dopo un innalzamento sperimentale del limite a 35.000 euro per il solo anno 2025, dal 2026 si prevede il ritorno alla soglia precedente di 30.000 euro di redditi da lavoro dipendente o pensione per accedere o rimanere nel regime agevolato. Sebbene la conferma ufficiale sia attesa con la legge di bilancio del 2026, l’orientamento sembra già delineato: a meno di sorprese, dal periodo d’imposta 2026, la soglia più restrittiva sarà nuovamente realtà.

persona che fa calcoli
Partita iva forfettaria, sarà ritorno al passato nel 2026: ufficiale la novità Referendumcittiadinanza.it

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una modifica temporanea, elevando il limite a 35.000 euro per l’anno 2025. Questo significa che, per quell’anno, dipendenti e pensionati potranno beneficiare del regime forfettario se i redditi da lavoro dipendente o assimilati percepiti nell’anno precedente non superano tale soglia. Tuttavia, dal 2026, in assenza di proroghe, si tornerà al limite di 30.000 euro, come ricordato dall’Agenzia delle Entrate.

Attenzione alle Pensioni: Sono Redditi Assimilati

Per i pensionati, è fondamentale ricordare che i redditi da pensione sono considerati assimilati a quelli di lavoro dipendente ai fini del regime forfettario. Questo implica che chi percepisce una pensione lorda superiore alla soglia consentita non potrà applicare il regime agevolato nel periodo d’imposta successivo.

fogli con calcolatrice e salvadanaio
Attenzione alle Pensioni: Sono Redditi Assimilati Referendumcittadinanza.it

Ad esempio, un pensionato con una pensione di 33.000 euro lordi nel 2024 potrà accedere al forfettario nel 2025 grazie al limite temporaneo a 35.000 euro. Tuttavia, se nel 2025 la pensione supera i 30.000 euro, nel 2026 non potrà più usufruire del regime, a meno di nuove normative.

Il percorso del regime forfettario ha visto diverse fasi: dall’accesso ampio del 2019, senza limiti di reddito di lavoro dipendente/pensione, alla stretta del 2020 con l’introduzione del limite a 30.000 euro. La finestra temporanea del 2025 a 35.000 euro rappresenta un’eccezione, prima del probabile ritorno al limite più restrittivo nel 2026.

L’ammontare lordo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati incassati nell’anno precedente è determinante per l’accesso al regime. Per i dipendenti, la cessazione del rapporto di lavoro nell’anno precedente può rendere irrilevante il superamento della soglia. Per i pensionati, invece, non esiste questa possibilità.

Per prepararsi al 2025, è essenziale verificare la Certificazione Unica per controllare l’ammontare dei redditi del 2024 e monitorare i redditi del 2025 per il 2026. La pianificazione attenta e la gestione dei rapporti di lavoro saranno cruciali, così come il confronto con un professionista per valutare la convenienza tra regime forfettario e ordinario.

Oltre alla soglia di reddito da lavoro dipendente/pensione, è importante ricordare le altre condizioni del regime forfettario, come le partecipazioni in società, i regimi IVA speciali incompatibili, la residenza fiscale e la soglia di ricavi/compensi di 100.000 euro. La verifica della causa di esclusione relativa ai redditi da lavoro dipendente/pensione deve essere effettuata annualmente, con riferimento all’anno precedente rispetto a quello di applicazione del regime.

Gestione cookie