Un piccolo gesto comune che ti fa sprecare una valanga di soldi in bolletta: il tecnico della caldaia non ha dubbi, è questa la cattiva abitudine che fa lievitare i costi a fine mese
Le bollette d’inverno sono in salita, e molti si lamentano del costo eccessivo del riscaldamento, nonostante non facciano un uso spropositato dello stesso. La causa di questa spesa extra potrebbe essere attribuita a un gesto semplice e quasi automatico che compiamo quotidianamente: girare la manopola del termostato o spegnerlo completamente quando usciamo, per poi riaccenderlo al massimo al nostro ritorno.
Questo comportamento, che a prima vista potrebbe sembrare guidato dal buon senso, in realtà nasconde delle insidie che portano a un consumo energetico maggiore. Il calore immagazzinato nelle pareti, nei pavimenti e nei mobili, insieme al modo in cui caldaie e pompe di calore erogano energia, sono fattori che contribuiscono a rendere inefficace l’azione di alzare o abbassare bruscamente la temperatura. Queste azioni, infatti, non portano i benefici sperati ma si traducono in un aumento dei consumi.
Il principale errore sta nell’alzare di colpo il setpoint del termostato. Questa azione non accelera il riscaldamento dell’ambiente come molti credono, ma fa sì che l’impianto resti acceso più a lungo, consumando più energia e superando il livello di comfort desiderato. Questo comportamento può aumentare la spesa energetica del 10–15% al mese con il riscaldamento a gas, e fino al 20% con le pompe di calore.
Un altro errore comune è quello di spegnere completamente il riscaldamento quando si esce, per poi riaccenderlo a piena potenza al ritorno. Questo non solo non porta al risparmio sperato ma può addirittura aumentare i consumi mensili del 15–25%, a causa della necessità dell’impianto di lavorare più intensamente per riscaldare nuovamente l’ambiente. I sistemi di riscaldamento moderni sono progettati per mantenere una temperatura costante, evitando picchi di consumo energetico.
Mantenere temperature stabili aiuta a ridurre la sensazione di freddo radiativo e permette alle caldaie a condensazione e alle pompe di calore di lavorare in modo più efficiente. L’instabilità causata dal frequente aggiustamento del termostato si traduce in un aumento dei consumi energetici. L’inerzia termica della casa gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’efficienza energetica. Ogni abitazione ha un suo punto di equilibrio termico, tipicamente tra i 18 e i 20°C, che rappresenta la temperatura più economica e sostenibile da mantenere.
Allontanarsi da questo intervallo comporta un aumento dei consumi energetici. Per ottimizzare il consumo energetico, è consigliabile impostare il termostato su una temperatura base di 19–20°C, evitando di spegnerlo completamente quando non si è in casa e anticipando l’accensione prima del rientro. L’uso di valvole termostatiche e la programmazione per zona possono ulteriormente aiutare a non surriscaldare locali poco utilizzati, ottimizzando il consumo energetico.
Un esempio numerico mostra come un’impostazione del termostato di 2°C superiore al consigliato possa portare a uno spreco di 30–40 € al mese, sommando gli effetti di riaccensioni da freddo, sbalzi di temperatura e finestre aperte. Questo dimostra come una gestione oculata del riscaldamento possa portare a un significativo risparmio energetico ed economico.
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