Il nuovo bonus bollette impone un limite ISEE stringente: chi supera il valore stabilito non potrà beneficiarne.
Un nuovo sostegno in bolletta è pronto a fare il suo debutto nella bozza del decreto Energia: si tratta di un contributo una tantum previsto per il 2026 e destinato alle famiglie con ISEE entro soglie prestabilite. Una misura che, da un lato, conferma l’importanza dei bonus come paracadute per i nuclei più fragili, dall’altro rimette al centro il tema cruciale dei requisiti.
Senza un ISEE aggiornato e rientrante nei limiti, la platea resta inevitabilmente esclusa. Un “paletto” che molti giudicano l’amara scoperta dietro un aiuto atteso, specie dopo mesi di prezzi energetici altalenanti e con i bilanci domestici ancora sotto pressione.
Secondo la relazione illustrativa, il provvedimento potrebbe coinvolgere circa 4,5 milioni di famiglie, con una dotazione da 250 milioni di euro. Le risorse arriverebbero dal bilancio della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea), a conferma di un impianto finanziario mirato e circoscritto.
La filosofia è chiara: un’integrazione alle tutele già esistenti, non un sussidio generalizzato. In questo quadro, torna di attualità l’importanza di tenere in ordine la documentazione ISEE: per accedere ai bonus sociali legati all’energia, il meccanismo è ormai automatizzato e passa dall’incrocio dei dati ISEE con le utenze domestiche residenti.
Ma l’automatismo funziona solo se l’indicatore economico è valido e aggiornato. La misura, limitata al 2026, è pensata come una riduzione diretta in bolletta per i clienti domestici residenti che rientrano nei parametri del bonus sociale elettrico. In sintesi:
Non dovrebbe essere necessario presentare domanda: lo sconto comparirà automaticamente in fattura per chi risulta in possesso dei requisiti. Il nuovo contributo avrebbe natura aggiuntiva rispetto al bonus sociale già in vigore, diventando un tassello extra in favore dei nuclei più vulnerabili.
L’indicazione, per chi ritiene di poter rientrare nella misura, è di verificare per tempo la validità dell’ISEE, rinnovando la DSU tramite INPS o CAF in modo da non perdere l’agevolazione quando entrerà in vigore il decreto. Accanto al capitolo famiglie, la bozza del decreto Energia contiene un intervento per il tessuto produttivo: per le piccole e medie imprese è allo studio la riduzione degli oneri destinati al finanziamento delle rinnovabili, con un valore stimato di 750 milioni di euro.
Il beneficio medio atteso è di circa 11,5 euro per MWh consumato, in particolare per le utenze in bassa tensione. Un segnale al mondo delle imprese, che in questi anni ha subìto una forte esposizione all’aumento dei costi energetici e reclama prevedibilità.
Non mancano, tuttavia, le critiche. L’Unione Nazionale Consumatori definisce il nuovo bonus luce da 55 euro un passo indietro rispetto al 2025, quando il contributo straordinario aveva raggiunto i 200 euro ed era più ampio sul fronte ISEE, comprendendo nuclei fino a 25.000 euro.
Per l’associazione, sarebbe opportuno ripristinare soglie più alte e introdurre una maggiore gradualità nei benefici, legandoli meglio ai consumi reali e al profilo delle famiglie. Una linea condivisa dal Codacons, secondo cui 55 euro non basterebbero a compensare il caro-energia: le tariffe per gli utenti vulnerabili, ricordano, nel quarto trimestre 2025 risultano ancora superiori dell’8,6% rispetto all’anno precedente e del 49,7% rispetto al 2020.
Resta centrale, per i potenziali beneficiari, la tempestiva verifica dell’indicatore economico e della residenza contrattuale sull’utenza. È da questi dettagli tecnici che dipenderà la reale capacità del contributo di raggiungere, senza intoppi, quei 4,5 milioni di nuclei per i quali è stato disegnato.
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