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Nessuno pulisce mai questa parte del frigo ed è un ricettacolo di germi e batteri: come eliminarli in via definitiva

State attenti al vostro frigorifero, c’è un punto che nessuno pulisce mai e che diventa di fatto un ricettacolo di germi e batteri, scopriamo come eliminarli in maniera definitiva.

C’è un punto nascosto del frigorifero che tutti ignorano e che, paradossalmente, è proprio quello che toccano ogni giorno: lì si annidano residui invisibili, umidità e cattivi odori. Oggi ti svelo come riportarlo a nuovo, eliminando per sempre i germi e i batteri che ci fanno compagnia senza invito.

Nessuno pulisce mai questa parte del frigo ed è un ricettacolo di germi e batteri: come eliminarli in via definitiva (referendumcittadinanza.it)

Ammettiamolo: puliamo ripiani e cassetti quando qualcosa si rovescia, ma c’è una zona che rimandiamo sempre, convinti che “tanto è pulita”. Peccato che sia proprio lì che si forma un micro-mondo appiccicoso dove proliferano batteri, muffe e odori che si trasferiscono ai cibi. Ti è mai capitato di sentire un vago sentore di umido ogni volta che apri la porta? O di notare quella patina scura che ritorna, nonostante tu abbia passato una spugna “al volo”? Se stai annuendo, continua: qui c’è la soluzione semplice e definitiva che avresti voluto conoscere prima.

Il punto è questo: in cucina l’occhio cade sui grandi spazi, ma il vero problema nasce nelle fessure, dove si accumulano briciole, zuccheri, condensa e piccoli schizzi. Nel tempo compaiono righe grigiastre, aloni, zone visibilmente più appiccicose e, dettaglio non trascurabile, la porta tende a chiudersi peggio. Lo noti perché il freddo “scappa”, si forma condensa all’interno e il compressore lavora più spesso. Da qui una serie di effetti a catena: i cibi durano meno, il gelo appare dove non dovrebbe e la bolletta sale. Non serve un laboratorio per capirlo: dove c’è umidità stagnante e residuo organico, i microorganismi si sentono a casa.

Frigorifero, fai attenzione alla guarnizione

Sì, il “luogo del delitto” è la guarnizione della porta: quella cornice morbida e scanalata che assicura la chiusura ermetica. È la zona più manipolata e la meno considerata. Le sue pieghe trattengono briciole, succhi, latte, zuccheri e condensa: un buffet irresistibile per germi e batteri. La buona notizia è che si può riportarla al bianco originale con gesti semplici, ispirati alle migliori guide pratiche per la casa.

Parti da una pulizia dolce ma metodica. Passa un panno inumidito con acqua tiepida e sapone neutro lungo tutta la guarnizione, insistendo nelle pieghe interne. Una spazzolina morbida o un vecchio spazzolino da denti arriva dove la spugna non può; per gli angoli più stretti, i bastoncini cotonati sono perfetti. Non avere fretta: il movimento deve sollevare lo sporco, non spingerlo più in fondo. Se incontri aloni ostinati o piccole macchie scure, spruzza una soluzione di aceto bianco e acqua in parti uguali: l’aceto aiuta a sciogliere i residui minerali e a neutralizzare gli odori. Lascia agire qualche minuto, poi strofina e risciacqua con un panno pulito ben strizzato.

Frigorifero, fai attenzione alla guarnizione (referendumcittadinanza.it)

Quando la macchia è “testarda” o riconosci quel puntinato tipico della muffa, prepara una pasta con bicarbonato e poca acqua: applica sulla zona, attendi qualche minuto e passa ancora con lo spazzolino. Il bicarbonato è delicato e non graffia, ma è efficace nel rimuovere biofilm leggeri. Per le situazioni più serie, gli esperti consigliano un intervento mirato: o acqua ossigenata al 3% applicata localmente e poi risciacquata, oppure, se necessario, una soluzione molto diluita di candeggina (circa un cucchiaio per litro d’acqua), da usare con guanti e stanza arieggiata, testando prima in un angolo nascosto. In entrambi i casi, è fondamentale risciacquare bene e asciugare subito per non stressare la gomma nel tempo.

Il passaggio che fa la differenza, e che tutti saltano, è l’asciugatura scrupolosa. Con un panno in microfibra assorbi ogni residuo d’acqua lungo la guarnizione, soprattutto nelle pieghe interne. Lascia la porta socchiusa per qualche minuto: l’aria completa l’opera ed evita che l’umidità residua richiami nuova muffa. A questo punto verifica la tenuta: chiudi la porta e fai la prova del foglio di carta, che non deve sfilarsi facilmente. Se tiene, hai ripristinato anche l’efficienza energetica.

La manutenzione si gioca sui piccoli rituali. Una volta a settimana, una passata rapida con panno umido e sapone neutro tiene lontani odori e aloni. Una volta al mese, ripeti la pulizia più accurata, controllando anche gli angoli nascosti. Evita prodotti troppo aggressivi, solventi o pagliette abrasive: possono indurire o segnare la gomma. Se vivi in un ambiente molto umido o apri il frigo spesso, raddoppia l’attenzione: più condensa significa più terreno fertile per i microrganismi. E ricordati la regola d’oro della sicurezza alimentare: mantieni il frigo a circa 4 °C e chiudi sempre i cibi in contenitori ermetici, così riduci schizzi, briciole e vapori zuccherini che finiscono proprio lì.

La bellezza di questo metodo è che è economico, rapido e soprattutto sostenibile: con acqua tiepida, sapone neutro, aceto e bicarbonato risolvi il 95% dei casi. Riserva i disinfettanti più forti solo alle muffe ostinate e sempre con risciacquo accurato. In cambio avrai una guarnizione pulita, una porta che sigilla meglio, cibi più protetti e un frigo che consuma meno. E sì, anche quel vago odore di “cantina” sparirà.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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