L’errore che tutti sottovalutano quando fanno shopping: mette a rischio la salute, il 90% delle persone lo fa

Quando fai shopping, non commettere questo errore che mette a rischio la tua salute (lo fanno quasi tutti).

C’è un gesto semplice, quasi automatico, che accompagna l’euforia di un nuovo acquisto: rientrare a casa, staccare le etichette e godersi subito quel capo che abbiamo desiderato fin dal camerino. È un rito moderno, alimentato dalla fretta e dalla voglia di novità, che però nasconde un’insidia poco discussa.

Rovistare con le mani fra maglie appese tutte colorate
L’errore che tutti sottovalutano quando fanno shopping e che metto a rischio la salute: il 90% delle persone lo fa – referendumcittadinanza.it

Non parliamo del portafogli alleggerito, di taglie scelte in fretta o di scontrini smarriti: l’errore è più quotidiano, banale e diffuso. E sì, a detta degli specialisti, lo commette la grande maggioranza di noi senza pensarci due volte. Ecco di cosa si tratta e perché dovresti prestarci attenzione: ne va della tua salute.

Non commettere questo errore quando fai shopping

Il punto è che, tra catene di montaggio globali, container, magazzini, appenderie e camerini, i vestiti “nuovi” vivono molte vite prima di arrivare a noi. Tessuti prodotti in un Paese, colorati in un altro, cuciti altrove, confezionati, impilati, trasportati per settimane attraverso climi diversi, aperti, toccati, ripiegati, provati e riposti.

Donna seduta a terra vicino la lavatrice con camicia in jeans in mano che osserva sorridente
Non commettere questo errore quando fai shopping – referendumcittadinanza.it

In mezzo, l’industria tessile applica finissaggi, resine, ammorbidenti industriali, agenti antipiega e coloranti che non sempre restano “fissati” alla fibra fin dal primo tocco. È sufficiente pensare alle dita che scorrono tra gli scaffali, alle spalle che infilano e sfilano camicie nei camerini, intere giornate a contatto con superfici e persone.

Quando si parla di rischi, i medici invitano alla misura: ammalarsi gravemente a causa di un capo nuovo è raro. Ma raro non significa impossibile che si verifichino fastidi concreti. Più realistico, spiegano dermatologi e microbiologi, è imbattersi in colorazioni che stingono sulla pelle o su altri indumenti, in irritazioni o dermatiti da contatto, in tracce di polveri, sporco, muffe che possono svilupparsi durante lunghi trasporti in ambienti caldi e umidi.

E, a volte, in una carica microbica che non vediamo. L’errore che molti commettono, dunque, è indossare i capi nuovi senza dar loro prima un giro di lavatrice. Perché bisogna farlo?

  • Coloranti che migrano: nelle prime ore di vita “domestica” di un capo, i pigmenti possono non essere ancora pienamente fissati. Il risultato? Aloni su maglie chiare indossate sotto giacche scure, lenzuola che si tingono, borse rovinate dal contatto con jeans freschi di acquisto.
  • Finissaggi chimici: resine antipiega, antimacchia e sostanze applicate per migliorare mano e aspetto, soprattutto su fibre sintetiche, possono irritare pelli sensibili, bambini e persone predisposte ad allergie. Rossori, pruriti e chiazze secche sono campanelli da non ignorare.
  • Carica microbiologica: tra scatole, trasbordi e camerini, un capo passa di mano in mano. La probabilità di contrarre una malattia seria resta bassa, ma la pulizia preliminare riduce la presenza di batteri ambientali, funghi, polveri e residui di manipolazione. Parassiti come pidocchi o cimici dei letti, sebbene non comuni, possono sopravvivere per qualche giorno su tessuti.

È molto semplice evitare errori se si:

  • Legge l’etichetta: rispettare temperature e indicazioni del produttore. Se il tessuto lo consente, un ciclo caldo e l’asciugatura ad alta temperatura riducono ulteriormente la carica microbica.
  • Separano i colori: i capi scuri e vivaci vanno lavati da soli le prime volte; i rossi e i blu intensi sono i più “chiacchieroni”.
  • Sceglie il detergente giusto: un detersivo classico basta; per pelli sensibili, optare per formule senza profumo. Evitare ammorbidente al primo giro.
  • Non ci si dimentica dei tessili per la casa: lenzuola, asciugamani, strofinacci nuovi meritano sempre un lavaggio iniziale; in spedizione possono assorbire umidità e odori.
  • Si trattano i delicati e capispalla: per sete, lane e blazer, optare per un lavaggio a mano, a secco professionale quando indicato, o per una passata di vapore abbondante, che aiuta a ridurre odori e parte dei residui.

Il piacere di un capo nuovo non si misura in minuti di attesa ma nella sua durata nel tempo e nel benessere di chi lo indossa. Un prelavaggio non ruba la magia dell’acquisto: la preserva, protegge la pelle, salva gli altri capi nell’armadio e spegne sul nascere piccole seccature che, sommandosi, rischiano di trasformarsi in grandi fastidi.

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