La semplice acqua non basta, per evitare contaminazioni è così che devi pulire la spugna

L’acqua non basta: la tua spugna, se usata e risciacquata alla buona, può trasformarsi in un distributore di germi. Vuoi evitare contaminazioni in cucina? C’è un modo semplice e sicuro per igienizzarla davvero.

La spugna da cucina non è “solo un po’ sporca”, è un taxi per germi e batteri. La usi per tutto, ma quanto spesso la pulisci davvero? E soprattutto: sei sicuro che un risciacquo veloce basti a evitare che finisca un po’ di E. coli nel tuo piatto preferito?

spugna gialla e verde
La semplice acqua non basta, per evitare contaminazioni è così che devi pulire la spugna – referendumcittadinanza.it

Il problema è subdolo e quotidiano. La spugna rimane umida, ha angoli e fessure dove si incastrano briciole e unto, e raramente si asciuga del tutto. Secondo la National Science Foundation, è tra gli oggetti più contaminati della casa; dopo appena due settimane, può ospitare milioni di batteri. Se poi usi la stessa spugna per il piano lavoro, una goccia sul pavimento e i piatti… ecco la ricetta perfetta per la cross-contaminazione. Ecco allora un piccolo rituale quotidiano di sanificazione per far sparire l’odore di umido e per avere piatti più puliti a lungo.

Il metodo per pulire bene la spugna

Come riconoscere che la tua spugna è fuori controllo? L’odore acido che non va via, quella sensazione di “viscido” al tatto, le macchie che ritornano dopo il risciacquo: sono campanelli d’allarme. Ma la verità è che non devi aspettare i segnali: l’obiettivo è prevenire, perché i batteri non aspettano te.

pulire padella con la spugna
Il metodo per pulire bene la spugna – referendumcittadinanza.it

Gli esperti confermano: l’USDA ha verificato che alcuni metodi casalinghi, se fatti come si deve, uccidono oltre il 99% dei batteri presenti nelle spugne. E se sottovaluti la cosa? Rischi di contaminare taglieri, posate, insalate appena lavate. Tradotto: possibili gastroenteriti, nausea, febbre, giorni di lavoro persi e, sì, soldi buttati tra farmaci e visite.

In più, una spugna cronicamente sporca rende la pulizia meno efficace: spalmi lo sporco invece di rimuoverlo, consumi più detersivo e impieghi più tempo. È una spirale al ribasso che si ferma con poche mosse semplici e regolari.

La buona notizia è che non devi vivere nel panico. Ci sono metodi pratici, veloci e affidabili, supportati da fonti accreditate, per riportare la tua spugna in condizioni igieniche accettabili. Partiamo dal microonde: l’USDA ha rilevato che il trattamento corretto uccide fino al 99,99% dei batteri. La spugna va prima ben bagnata (mai asciutta, rischieresti di bruciarla), strizzata quel tanto che basta da non gocciolare e poi messa in un contenitore adatto al microonde.

Un minuto alla massima potenza è sufficiente nella maggior parte dei casi. Finito il ciclo, lasciala dentro a raffreddare per 10-15 minuti: niente dita ustionate e, soprattutto, il calore continua a fare il suo lavoro. Nota fondamentale: se la spugna ha parti metalliche o scrubber con fili, non va messa nel microonde, punto.

Se preferisci delegare, la lavastoviglie è un’alleata quasi perfetta: un ciclo completo, il più caldo e lungo, con asciugatura inclusa, arriva a eliminare circa il 99,98% dei batteri. Metti la spugna sul cestello superiore e lascia che l’alta temperatura faccia il resto. È comodo perché non ti richiede passaggi extra e, quando si apre lo sportello, la spugna esce già ben asciutta, che è metà della battaglia.

pulire lo specchio con la spugna
Come pulire adeguatamente una spugna – referendumcittadinanza.it

Per chi ama i metodi tradizionali, l’acqua bollente non delude: porta a ebollizione una pentola d’acqua, immergi la spugna e lasciala sobbollire per circa 5 minuti. Poi spegni, attendi che si raffreddi in sicurezza e strizza. È semplice, economico e non lascia residui. L’unica accortezza è far asciugare la spugna completamente, idealmente su una griglia o in un portaspugna ventilato: l’asciugatura rapida riduce di molto la ricrescita batterica.

Infine, c’è la candeggina al cloro. È l’opzione “potente” quando vuoi una garanzia in più. Prepara una soluzione diluita mescolando circa mezzo cucchiaino di candeggina concentrata in un litro di acqua calda, immergi la spugna per un minuto assicurandoti che sia completamente satura, poi strizza e fai asciugare all’aria. Ricorda di usare guanti, aerare l’ambiente e non mischiare mai la candeggina con altri detergenti. Anche qui, l’asciugatura è cruciale.

Qualunque strada tu scelga, la costanza vince: la spugna andrebbe sanificata ogni giorno (meglio ancora dopo gli usi “pesanti”, tipo pollo crudo o uova) e sostituita ogni una-due settimane. Cambiala subito se è strappata o se emana cattivo odore: significa che la carica batterica è alta e le fibre sono diventate un condominio per microbi. Un trucco pratico? Tieni due spugne di colori diversi: una per i piatti, l’altra per piani e superfici. E tra un utilizzo e l’altro lasciale sempre asciugare bene, non “annegate” nel lavello.

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