Vuoi blindare telecamere e allarme senza diventare un hacker? La soluzione è creare una rete Wi‑Fi “fantasma”, un canale separato e discreto che isola i dispositivi sensibili dal traffico quotidiano. Scopri come funziona davvero e perché può salvarti da guai (e spese) evitabili.
Ammettiamolo: mescolare telecamere, allarme, PC e smartphone sulla stessa Wi‑Fi è come lasciare le chiavi sotto lo zerbino. Funziona finché nessuno le trova. Ma cosa succede quando un telefono prende un malware o un laptop si infetta?

Esatto: i dispositivi di sicurezza diventano la prossima fermata. Ti va di rischiare che qualcuno “sbirci” le tue telecamere o mandi in tilt l’allarme? E quanto ti costerebbe, in soldi, tempo e ansia, rimettere tutto a posto? La soluzione è a portata di mano e consiste nel creare una rete fantasma. Ecco come.
Come creare una rete fantasma per proteggere il tuo sistema di sicurezza
Il problema di base è semplice da riconoscere: a casa abbiamo una sola rete che fa tutto. Nello stesso salotto convivono streaming, videogiochi, smart TV, termostati, videocitofoni e telecamere. Se un dispositivo “debole” fa entrare un ospite indesiderato, l’intruso si muove nella stessa rete e può provare a raggiungere i tuoi sensori più delicati.

Gli esperti di sicurezza (CISA, NCSC UK e le linee guida OWASP per IoT) lo ripetono da anni: la segmentazione di rete è una delle difese più efficaci e a basso costo. Ignorare il problema, invece, è un piccolo azzardo quotidiano che si accumula.
Nell’immediato potresti non notare nulla, ma al primo incidente un telefono compromesso può tentare di “sondare” le tue telecamere, arruolarle in una botnet (le famose infezioni tipo Mirai sono nate proprio così), saturare la banda, causare falsi allarmi o—peggio—aprire varchi alla tua privacy domestica.
Ogni giorno che passa senza un minimo di isolamento aumenta la superficie d’attacco e il rischio di trovarsi con un impianto instabile, notifiche impazzite e ore perse a capire cosa non va. E quando entra in ballo la privacy, i costi—anche emotivi—esplodono.
La soluzione è a portata di mano ed è la rete fantasma, vale a dire una rete Wi‑Fi separata (spesso quella “ospiti”) con SSID nascosto e regole più rigide. È legale, normale e consigliata dalle buone pratiche: serve a isolare telecamere, allarmi, sensori e videocitofoni dal resto.
In pratica, anche se il tuo PC prende un virus, i dispositivi di sicurezza restano “in un’altra stanza”. La strada più semplice passa dal router: quasi tutti offrono una Rete Ospiti. Entri nel pannello (di solito 192.168.1.1 o 192.168.0.1), attivi la rete ospiti, le dai un nome diverso e imposti WPA2 o, meglio, WPA3.
Non serve un master in informatica: bastano pochi clic. Qui arrivano due accorgimenti che fanno la differenza. Primo: scegli una password lunga (almeno 20 caratteri), con maiuscole, minuscole, numeri e simboli. Niente parole di senso compiuto o date di nascita: una passphrase robusta è un investimento di dieci secondi che vale anni di tranquillità.

Secondo: se il router lo permette, disattiva la trasmissione del nome rete (Nascondi SSID). Così la rete non comparirà nelle liste dei vicini e solo chi la conosce potrà inserirla manualmente. Gli addetti ai lavori lo sanno: non diventa invisibile ai professionisti, ma filtra la curiosità casuale e riduce il “rumore” attorno ai tuoi dispositivi.
A questo punto collega qui solo i dispositivi di sicurezza: telecamere Wi‑Fi, allarme, sensori smart, videocitofono. Evita di attaccarci telefoni, PC e console, così la rete resta “pulita”. Nota pratica: molti dispositivi IoT usano solo la banda 2,4 GHz; se hai un router che unisce 2,4 e 5 GHz sotto lo stesso nome, crea la rete fantasma con 2,4 GHz attivo o abilita la compatibilità IoT.
Se nascondi l’SSID e durante il primo pairing l’app non trova la rete, sblocca temporaneamente la visibilità, completa l’abbinamento e poi torna a nasconderla. Se l’app richiede che il telefono sia sulla stessa rete per la configurazione, connettiti alla rete fantasma solo per quei minuti, poi rientra sulla rete principale.
Per rendere l’isolamento concreto, cerca e attiva le opzioni di “Isolamento AP / Isolamento client” o “blocca la comunicazione tra client”. In molti router, la rete ospiti nasce già separata dalla rete principale; in altri c’è un flag “consenti accesso alla rete locale” da lasciare disattivato. L’effetto è chiaro: i dispositivi sulla rete fantasma non vedono quelli sulla rete principale e viceversa. Questo è il cuore della difesa per isolamento.
Due extra che pesano tantissimo: disattiva il WPS (il tasto di connessione rapida è comodo ma è una porta di servizio che non ti serve su una rete dedicata) e aggiorna il firmware del router. Sia la CISA sia i CERT nazionali ripetono che aggiornare riduce drasticamente le vulnerabilità note.
Se il tuo router offre notifiche di accesso o un log degli ospiti, attivali: avere un occhio su chi entra ti evita sorprese. E già che ci sei, cambia le password di default dei dispositivi di sicurezza: la rete è più forte, ma una password debole resta il tallone d’Achille.
Non tutti i router sono uguali: alcuni mesh offrono una “rete ospiti” molto basic, altri consentono regole raffinate. Se il tuo non supporta l’isolamento o la rete ospiti, la soluzione low‑cost è aggiungere un access point dedicato o un secondo router configurato dietro il principale, solo per l’impianto di sicurezza.
È sempre segmentazione, fatta in modo semplice. Se hai un apparato più avanzato (UniFi, MikroTik, FRITZ!Box evoluti), puoi spingerti oltre con VLAN e policy firewall per consentire solo ciò che serve alle telecamere verso Internet, bloccando tutto il resto.
L’importante è non complicare: anche la versione base—rete ospiti con WPA2/WPA3, SSID nascosto, isolamento client e WPS disabilitato—ti porta già su un livello di sicurezza nettamente superiore.





