Cosa succede se non hai pagato (o paghi in ritardo) l’IMU: così eviti i guai.
Alla vigilia del saldo di dicembre, fissato come ogni anno al 16 del mese, in molti si domandano cosa accada se l’Imu non è stata versata o è stata versata in ritardo. La pressione sui contribuenti è aumentata, anche perché negli ultimi anni i Comuni hanno stretto le maglie dei controlli e hanno strumenti più rapidi per recuperare i mancati pagamenti.
L’Imu, ricordiamolo, è un’imposta locale e finanzia i servizi sul territorio; proprio per questo gli enti locali sono diventati molto più proattivi nel verificare chi non ha adempiuto alle scadenze. Può capitare di dimenticare un versamento, soprattutto quando tra acconti, saldi e variazioni catastali la gestione diventa intricata.

Ma la dimenticanza non ferma gli automatismi: scattano sanzioni e interessi e, se non si interviene, si può arrivare rapidamente a misure esecutive.
Negli anni recenti è entrato a regime l’accertamento esecutivo anche per i tributi locali: significa che gli atti emessi dai Comuni hanno una forza di riscossione più immediata rispetto al passato.
Con l’accesso alle banche dati dell’Anagrafe tributaria, gli enti possono incrociare informazioni su immobili posseduti e redditi, rendendo più difficile passare inosservati. La buona notizia è che l’ordinamento prevede uno strumento per rimettersi in regola spontaneamente e spendere il meno possibile in sanzioni: il ravvedimento operoso.
Cosa succede se non ho pagato l’Imu? E se la pago in ritardo?
Se non si è versato l’Imu (per il 2024 o per anni precedenti), il Comune può emettere un avviso di accertamento che, trascorsi 60 giorni dalla notifica senza ricorso, diventa titolo esecutivo: non serve più una cartella di pagamento separata. In pratica:
- dopo la notifica, il Comune invia un sollecito e si hanno 60 giorni per pagare quanto richiesto;
- decorsi 30 giorni dal termine indicato nell’avviso senza pagamento, può partire la riscossione coattiva, senza ulteriori cartelle;
- prima di attivare misure esecutive/cautelari, se il debito non supera 10.000 euro, il Comune invia un ulteriore sollecito;
- l’esecuzione può essere sospesa per un periodo tra 120 e 180 giorni a seconda delle procedure dell’ente, ma resta pendente il rischio di fermo amministrativo, ipoteca e pignoramento di conti.

I Comuni possono avvalersi delle informazioni dell’Anagrafe tributaria per rintracciare rapporti finanziari e immobili, rendendo più rapida l’azione di recupero. Se l’irregolarità non è ancora stata contestata con un atto ormai definitivo, è possibile usare il ravvedimento operoso, che riduce le sanzioni in base al ritardo.
Le aliquote più comuni per il ritardato versamento dei tributi locali (Imu inclusa) sono:
- entro 14 giorni dalla scadenza: “ravvedimento sprint”, sanzione 0,1% per ogni giorno di ritardo, più interessi legali calcolati giorno per giorno;
- dal 15° al 30° giorno: “ravvedimento breve”, sanzione 1,5% sull’imposta dovuta, più interessi legali;
- dal 31° al 90° giorno: “ravvedimento medio”, sanzione 1,67%, più interessi legali;
- dal 91° giorno ed entro 1 anno: “ravvedimento lungo”, sanzione 3,75%, più interessi legali;
- oltre 1 anno ed entro 2 anni: sanzione 4,29%, più interessi legali;
- oltre 2 anni: sanzione 5%, più interessi legali.
Gli interessi sono quelli legali pro tempore, calcolati su base giornaliera; il tasso varia per anno, perciò occorre applicare quello vigente nei periodi di ritardo.
Se il saldo dovuto è 300 euro e si paga con 20 giorni di ritardo:
- sanzione 1,5% = 4,50 euro;
- interessi legali: si calcolano per 20 giorni sul capitale (300) al tasso legale in vigore, poi si sommano all’imposta e alla sanzione.
Il totale da versare è imposta + sanzione + interessi.
Il pagamento si effettua tramite F24 (sezione “IMU e altri tributi locali”), barrando la casella “ravv.”.





