Sta arrivando un panettone che manda in corto circuito i sensi: impasto con un tocco di farina di grillo, pezzetti di insetti caramellati e profumi sorprendentemente familiari. Tradizione vs innovazione sotto l’albero, ma la domanda resta: cosa senti davvero al primo morso? Scopriamolo senza pregiudizi.
Diciamolo chiaro: la paura non è un buon ingrediente. Quando ti parlano di un panettone “ai grilli”, la testa corre a immagini poco appetitose e la tavola di Natale diventa un campo minato. Effettivamente l’idea di grilli e insetti nel panettone solleva sopracciglia tra i puristi e genera curiosità tra gli avventurieri del gusto. La sfida non è solo culturale ma tocca anche temi di sicurezza alimentare, allergie e l’accettazione sociale di un prodotto così innovativo.
La questione si complica quando si considerano le possibili reazioni degli ospiti o le preoccupazioni legate al sapore “insetto”. Tuttavia, esiste un approccio razionale per affrontare queste preoccupazioni, basato sulla conoscenza e sulla sperimentazione guidata.
A Natale il panettone è identità. L’idea di trovarci dentro farina di grillo fa scattare difesa immediata, tra meme virali e fake news. La confusione cresce: è legale? È sicuro? Sa “di insetto”? E soprattutto: come si riconosce un prodotto serio, come si legge l’etichetta, quali allergie considerare e che gusto aspettarsi?
Se non facciamo ordine ora, rischiamo ciò che nessuno vuole alla vigilia: discussioni inutili, soldi sprecati, brutte figure a tavola e, peggio, errori sul fronte della sicurezza alimentare. Partiamo dai fatti. Esiste davvero un panettone artigianale italiano con grilli: si chiama PanCricrì e nasce all’Antica Pasticceria Castino di Pinerolo, firmato dal pastry chef Davide Muro. Non è una provocazione, è ricerca.
Dopo mesi di prove, hanno calibrato la farina di grillo all’1%, sufficiente a dare struttura proteica senza stravolgere il carattere del dolce. Dentro non ci sono solo insetti: c’è un progetto. Il cuore aromatico arriva dalla pasta di arachidi, le albicocche semicandite addolciscono ed equilibrano, l’olio d’oliva e di girasole sostituisce il burro per renderlo senza lattosio, mentre il lievito madre garantisce una mollica soffice e ben alveolata.
I grilli caramellati, importati da aziende specializzate in Germania, sono spezzati e legati al cioccolato in piccoli cubi croccanti: si sciolgono nell’impasto e regalano una consistenza “crack” che non ti aspetti. Qui entra in gioco la parte che spaventa tutti: il gusto. La verità, riportata da assaggi e test in laboratorio, è più rassicurante che estrema. L’olio vegetale dà una leggera acidità tipica dei lievitati senza lattosio. Il profumo dominante è di arachide, la dolcezza delle albicocche toglie ogni spigolo, e quei frammenti croccanti ricordano più un cioccolatino tostato che un insetto.
Alcuni parlano di un’eco di popcorn o del croccante di una barretta tipo Kit Kat, ma in tono delicato, niente che “invada”. In altre parole, non “sa di insetto”: gioca su aromi che conosci già, con una texture nuova. Attenzione, però: informarsi non è un vezzo, è una necessità. Gli insetti come novel food sono stati valutati dall’EFSA e autorizzati dalla Commissione Europea (per l’house cricket, l’Acheta domesticus, in forme tra cui la polvere), con obblighi di etichettatura chiari. C’è un aspetto cruciale: le persone allergiche a crostacei, molluschi o agli acari della polvere possono avere reazioni crociate con gli insetti commestibili.
Se non leggi l’etichetta, se non sai che dentro c’è anche arachide, e se ignori la provenienza degli ingredienti, rischi molto più di un imbarazzo a tavola. Rischi la salute. E in più, senza informazioni, potresti farti influenzare dai titoloni, rinunciando a qualcosa di potenzialmente buono o, al contrario, comprando d’impulso un prodotto che non fa per te. Una parola su sicurezza e legalità, perché va detta: in Europa gli insetti commestibili rientrano nei novel food regolamentati (Reg. UE 2015/2283 e successive autorizzazioni attuative).
L’EFSA esprime un parere scientifico, la Commissione autorizza e impone etichette chiare, soprattutto sugli allergeni. Se l’etichetta è vaga, se non compaiono specie e avvertenze, cambia negozio. Insomma, nessuno ti toglie il panettone originale, ma se sei curioso prova quello ai grilli.
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