Una svolta attesa da famiglie e professionisti ridefinirà prassi e tempi in materia di eredità: cosa cambia.
L’avvio del 2026 segna un punto di discontinuità significativo per chi sta programmando lasciti, trasferimenti e assetti successori. Il dibattito intorno alla riforma è già in corso, con notai e consulenti impegnati in nuove verifiche e valutazioni, mentre i contribuenti cercano di orientarsi tra le novità.

Questo cambiamento risponde a esigenze di semplificazione amministrativa e certezza delle regole, influenzando direttamente la gestione di patrimoni immobiliari, risparmi e partecipazioni societarie. Il 2025 rappresenta l’ultimo anno di transizione verso le nuove disposizioni, offrendo alle famiglie un’ulteriore opportunità per pianificare i trasferimenti patrimoniali. L’obiettivo è rendere i procedimenti più rapidi e digitali, mantenendo al contempo i controlli necessari per garantire la correttezza delle operazioni.
Dal 2026 cambiano le regole sulle tasse di successione e donazione
Il decreto legislativo 139/2024 introduce modifiche sostanziali al sistema di tassazione delle eredità e delle donazioni, eliminando il meccanismo del “coacervo”. Fino al 2025, donazioni e successioni si sommano sotto una unica franchigia, creando spesso complicazioni e contenziosi. La riforma prevede che donazioni e successioni siano valutate separatamente, con franchigie distinte per figli, coniugi, fratelli e sorelle, potenzialmente portando a una esenzione complessiva fino a 2 milioni di euro per i parenti in linea retta.

Un’altra novità importante è l’introduzione dell’autoliquidazione, che sposta la responsabilità del calcolo e del versamento dell’imposta direttamente sull’erede o il beneficiario. Questo approccio favorisce l’uso di strumenti digitali e la tracciabilità delle operazioni, richiedendo al contempo una maggiore attenzione nella gestione documentale e nei tempi di adempimento.
Per professionisti e famiglie, il superamento del coacervo apre nuove possibilità nella pianificazione patrimoniale, consentendo di distribuire nel tempo donazioni e lasciti con maggiore flessibilità. Sarà fondamentale valutare attentamente i valori dei beni e distinguere tra beneficiari diretti e collaterali, per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla riforma. La semplificazione introdotta richiede un’attenzione particolare alla conservazione delle carte, alla tempestività degli adempimenti e all’uso delle piattaforme telematiche.
Notai, consulenti, intermediari abilitati e CAF dovranno adeguare procedure e software per gestire l’autoliquidazione, minimizzando il rischio di errori. La parola d’ordine in vista del 2026 è pianificare: conoscere le nuove soglie, simulare i passaggi e organizzare le pratiche per massimizzare i benefici della separazione tra donazioni e successioni.





