Bastano 2 euro per avere la casa davvero calda: così non spendi più tanti soldi in bolletta (copia ciò che fanno i finlandesi).
Quando le temperature crollano e il vento taglia la faccia, la casa dovrebbe essere il rifugio naturale contro il gelo. Eppure, per molte famiglie, restare al caldo d’inverno è sempre più un esercizio di equilibrio tra comfort e risparmio. Tenere il termostato a 24–26 gradi è un miraggio che si scontra con la realtà delle bollette: ogni grado in più può pesare sensibilmente, e la paura dell’ennesimo conguaglio salato spinge tanti a convivere con stanze fredde, caloriferi al minimo e maglioni addosso anche davanti alla TV.

Così succede che il soggiorno sia tiepido, la camera da letto resti pungente al mattino e la cucina diventi terreno di compromessi: forno acceso per “aiutare” a scaldare, coperte ovunque, tentativi di “svernare” senza svenarsi. Il problema, però, non è solo di potenza termica: è di dispersione. In molte abitazioni, soprattutto quelle datate o in affitto, l’involucro non è pensato per trattenere davvero il calore.
Non basta accendere i termosifoni: se il calore scappa velocemente da superfici e fessure, la sensazione è quella di una casa che non “tiene” la temperatura. Ma piccoli accorgimenti quotidiani, sommati, possono cambiare la percezione del clima domestico.
L’idea rubata ai finlandesi per riscaldare casa
Come si può trattenere meglio il calore senza investimenti impegnativi, senza chiamare un tecnico e senza stravolgere la casa? Mentre crescono i consigli fai-da-te sui social e i gruppi di quartiere si scambiano dritte su come “blindare” gli ambienti, dai Paesi nordici — dove l’inverno non fa sconti a nessuno — arriva da tempo un suggerimento tanto semplice quanto furbo.

L’idea è diventata virale proprio perché non chiede competenze particolari, non intacca infissi o muri, non sporca e, soprattutto, costa meno di un caffè in centro. Chi vive in appartamenti con esposizione a nord conosce il “muro di gelo” che si crea vicino ai vetri nelle giornate più rigide: ci si avvicina alla finestra e si sente quella lama fredda scendere sulle gambe, mentre il termosifone lavora a pieno regime senza riuscire a diffondere un calore omogeneo.
È in questi contesti che l’accorgimento di cui si parla da Helsinki a Turku ha iniziato a circolare come piccolo segreto di sopravvivenza domestica. A ben guardare, non è altro che un modo intelligente di intrappolare aria — il miglior isolante naturale — là dove serve, creando una barriera che frena le correnti e limita gli scambi tra dentro e fuori. È anche per questo che chi l’ha adottato racconta di ambienti più “stabili”, meno sbalzi e minore necessità di alzare di continuo il termostato per inseguire la temperatura desiderata.
Il cuore dell’idea è sorprendentemente semplice: utilizzare il pluriball, la plastica con bolle d’aria degli imballaggi, per creare un sottile cuscinetto isolante sulle superfici vetrate. Applicato all’interno delle finestre, il materiale forma uno strato di aria intrappolata che ostacola la dispersione termica verso l’esterno e attenua quell’effetto “parete fredda” che si avverte vicino ai vetri.
La spesa? Irrisoria: un piccolo rotolo di pluriball si trova a partire da circa 2 euro nei negozi di bricolage, cartolerie ben fornite o online. In molti casi basta per coprire una o più finestre, specie se si scelgono i formati con bolle di dimensioni medie, che offrono un buon compromesso tra isolamento e passaggio di luce. Il risultato è immediato: la luce entra ancora, seppur diffusa, e l’aria fredda non “cade” più vicino alle lastre, con una sensazione di calore più uniforme in tutta la stanza.
Come applicarlo?
L’applicazione è alla portata di chiunque: pulire il telaio e il perimetro del vetro per favorire l’adesione; tagliare il pluriball a misura, leggermente abbondante sui bordi; fissare lungo il perimetro con nastro resistente o biadesivo, eliminando le fessure; se serve, dare un colpo di phon tiepido per far aderire meglio e tendere il materiale. Meglio partire dalle stanze più fredde o dai serramenti più esposti al vento.

Dove la vista sull’esterno è importante, si può scegliere di applicarlo solo nella parte bassa del vetro o su infissi secondari, lasciando libere le finestre principali. Il pluriball non rovina i vetri e si rimuove in pochi minuti, caratteristica utile nei periodi di sole o quando si desidera arieggiare a lungo. Attenzione, però, ad alcuni aspetti. Se si utilizzano sistemi di riscaldamento che consumano ossigeno (stufe a gas senza scarico, stufe a legna, caminetti), è fondamentale garantire un adeguato ricambio d’aria: isolare non significa sigillare la casa.
Monitorare l’eventuale condensa è buona pratica: se compaiono gocce abbondanti, conviene arieggiare di più e, nei giorni miti, rimuovere temporaneamente il materiale per asciugare le superfici. Utile anche combinare l’accorgimento con altri alleati del comfort: tende pesanti la sera, guarnizioni perimetrali sulle ante, paraspifferi sottoporta e tapparelle ben chiuse nelle ore notturne.
In case già ben coibentate, questo piccolo “scudo” contribuisce a stabilizzare la temperatura e a ridurre i picchi di richiesta ai termosifoni; in quelle più datate, rappresenta un booster economico che aiuta a rendere vivibili gli ambienti senza dover correre al rialzo del termostato.





