Vuoi davvero dire “ciaone” al Canone RAI nel 2026? C’è un modo legale, con il giusto modulo e alla data corretta, per non farti addebitare l’imposta TV. Ma funziona solo se rispetti precise condizioni e tempi: ecco come orientarti senza inciampare in errori costosi.
Pagare un’imposta che non ti riguarda è una delle scocciature più assurde. Eppure, ogni anno c’è chi se la ritrova comunque in bolletta. Quante volte ti sei chiesto se esiste un sistema pulito, rapido e riconosciuto per dire basta? La risposta c’è, ma serve metodo: capire chi può farlo, quando farlo e qual è il modulo giusto da inviare.

Partiamo dal punto chiave che spesso viene frainteso. Il Canone RAI non è una spesa “facoltativa”: è un’imposta di possesso legata al fatto di detenere un apparecchio televisivo. Non esistono “sconti furbi” o detrazioni come per le spese sanitarie o i bonus casa. Ma dal 2026 c’è una novità: ecco chi non dovrà pagarlo più.
Chi non dovrà pagare il Canone RAI dal 2026
Il problema si presenta sempre allo stesso modo: ti arriva l’addebito del Canone RAI in bolletta elettrica e pensi sia un automatismo impossibile da evitare. In realtà, se rientri in uno dei casi di esonero previsti e lo dimostri ufficialmente con una dichiarazione sostitutiva o con la documentazione corretta, puoi non pagare questa tassa.

L’importante è avere i requisiti e presentare il modulo giusto entro la data giusta all’Agenzia delle Entrate. Il caso più comune di esonero dal pagamento del Canone RAI è il non possesso della TV: se sei intestatario di un’utenza elettrica domestica ma non hai nessun apparecchio televisivo in casa, puoi dichiararlo con una dichiarazione sostitutiva.
Per essere coperto per tutto il 2026, devi inviarla entro il 31 gennaio 2026. Chi l’ha fatto per tempo ha visto l’addebito sparire, punto. Le istruzioni e il modello ufficiale sono disponibili sul sito dell’Agenzia: la trasmissione può avvenire online (accesso con SPID/CIE), tramite intermediario abilitato o con le modalità indicate nelle istruzioni ufficiali, inclusa l’eventuale raccomandata agli uffici competenti.
Ancora, se hai compiuto 75 anni e il tuo reddito annuo complessivo (tu e il coniuge) non supera gli 8.000 euro, rientri nell’altra grande categoria di esonero. Anche in questo caso si utilizza il modello ufficiale dell’Agenzia delle Entrate per la richiesta di esenzione, allegando quanto richiesto dalle istruzioni.
Una volta riconosciuta, l’esenzione opera nei termini previsti dalla normativa, ma non dare nulla per scontato: verifica ogni voce e, in caso di dubbi, fatti assistere da un CAF o da un professionista. Esiste poi l’esonero per militari e diplomatici stranieri o figure assimilate di cittadinanza non italiana.
Qui la via maestra è attenersi alle procedure istituzionali del proprio comando o dell’ufficio consolare e alle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate, presentando la documentazione che attesta lo status e il diritto all’esenzione. Ti starai chiedendo: ma se cambiano le regole? Al momento, per il 2026, gli unici “movimenti” di cui si discute sono il possibile taglio dell’importo e il possibile scorporo dalla bolletta.





