Antonio Conte inizia a tremare: il rischio di perdere anche la prossima è altissimo, ecco perchè

Anche la prossima partita potrebbe rivelarsi un fallimento: lo sa bene Antonio Conte. Il rischio di perdere è altissimo ed ecco perché.

Quando il pallone non vuole saperne di entrare, il calcio diventa una lunga, educata perdita di tempo. Lo sappiamo tutti: puoi dominare, puoi spingere, puoi anche mettere il campo in discesa. Ma se la rete non si muove, a fine serata ti ritrovi con lo stesso pugno di mosche.

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Antonio Conte inizia a tremare: il rischio di perdere anche la prossima è altissimo, ecco perchè (Instagram @antonioconte) – referendumcittadinanza.it

A Napoli, in questi giorni, la sensazione è proprio questa: si fa la partita, si costruisce, si sbaglia l’ultima scelta. E alla fine la valle scorre sempre allo stesso modo: 0-0. Antonio Conte lo sa, il rischio di perdere anche la prossima partita è molto alto ed ecco il motivo.

Antonio Conte sa che potrebbe perdere anche la prossima partita

Ancora uno 0-0, stavolta in Champions, contro l’Eintracht Francoforte. Gli azzurri di Antonio Conte hanno gestito il gioco, ma non hanno trovato né il ritmo né quella brillantenza capace di far saltare il lucchetto. Sì, le occasioni ci sono state, e il mister lo ha ribadito con franchezza: “Abbiamo avuto occasioni clamorose, ci è mancato solo il gol”.

Antonio conte sorridente
Antonio Conte sa che potrebbe perdere anche la prossima partita (Instagram @antonioconte) – referendumcittadinanza.it

E qui, diciamocelo, il problema è tutto lì dentro quei sedici metri finali. Il cammino nella ‘League Phase’ resta inchiodato: 4 punti in quattro giornate. Lo scatto non è arrivato, e il pubblico del Maradona ha rivisto lo stesso film già andato in onda pochi giorni fa in campionato contro il Como, altro 0-0 indigesto.

Il tecnico davanti ai microfoni di Sky è stato tagliente il giusto: “Abbiamo affrontato una squadra tedesca, che però ha imparato bene come si fa il catenaccio”. Tradotto: si parla sempre di calcio europeo offensivo, ma poi quando c’è da difendere bassi, in tanti hanno studiato la lezione italiana. E qui un filo d’orgoglio filtra: “Siamo dei buoni insegnanti e massimo rispetto”. Allo stesso tempo, Conte rivendica l’idea: “Noi stiamo cercando di proporre qualcosa di europeo”.

C’è poi la fotografia della fatica. “Stiamo finendo un ciclo di 7 partite e ci inventiamo situazioni nuove”, ha spiegato Conte. Elmas utilizzato da play, Lang positivo da subentrato: piccoli esperimenti per tenere la barra dritta. Non è un dettaglio: “A livello numerico facciamo fatica, eravamo un po’ tirati a centrocampo e ora dobbiamo tirare la cinghia”. Il calendario morde, “giochiamo ogni tre giorni”, e la gestione delle energie diventa tema centrale. Ambiziosi sì, ma con i piedi nella realtà.

La sintesi è brutale, ma corretta: “Se non segni non vinci e se sei bravissimo finisce 0-0”. E ancora: “Se segni quei gol finisce 3-0, ma se non li fai…”. Il solco tra il controllo e la vittoria sta lì, in due-tre momenti da capitalizzare. Conte non mette alla gogna nessuno: “Non posso dire niente sullo spirito dei ragazzi”. Lo sforzo c’è, l’identità si intravede, ma la porta resta chiusa.

Attenzione: non è catastrofismo, è logica calcistica. Due 0-0 consecutivi, brillantezza intermittente, una rosa numericamente tirata, e la necessità di “inventarsi situazioni” nel pieno di un ciclo ogni tre giorni. Se metti in fila questi mattoni, capisci perché la prossima partita – chiunque sia dall’altra parte – presenti un rischio alto. Non perché l’avversario faccia paura, ma perché l’inerzia mentale nel non segnare tende a pesare più delle gambe, e perché i dettagli che oggi ti negano il gol domani, spesso, tornano a bussare.

Conte lo sa e infatti sposta il discorso sul percorso: “Si può essere ambiziosi a parole quanto si vuole, ma bisogna fare un percorso che quest’anno ci vede in una realtà nuova”. Traduzione: serve pazienza, ma la pazienza nel calcio è una moneta che si svaluta in fretta. E quella chiosa, “Alla fine qualcuno giudicherà e prenderà decisioni”, non è proprio una carezza: il termometro della pressione è lì, ben visibile.

Non facciamo melina: serve trasformare le occasioni in gol. Il resto – idee, atteggiamento, gestione – è già sul tavolo. Se sblocchi la partita, “poi diventa un altro match per noi”, ha detto Conte. Ed è vero. Il Napoli ha dato tutto, ha controllato, ha provato. Ma senza rete, il racconto resta incompleto.

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