Altro che “cappotto” e termosifoni a palla: in Islanda si resta al caldo sfruttando il calore della terra, case progettate con intelligenza e sistemi che scaldano senza sprechi. Un trucco semplice nella logica, potentissimo nei risultati… e no, non è magia.
Se ogni inverno ti ritrovi con il naso freddo, due felpe addosso e una bolletta da brividi, il problema non è quanto scaldi, ma quanto calore perdi. Quante volte apri il termostato e la stanza resta tiepida solo vicino al calorifero? E quante gocce di condensa trovi al mattino sui vetri?

Se la scena ti è familiare, stai combattendo con una casa che disperde energia. Non è colpa tua: edifici poco isolati, spifferi, impianti vecchi e cattiva ventilazione sono un cocktail perfetto per consumare tanto e stare comunque al freddo. La domanda giusta è: esiste un modo per scaldarsi davvero bene, spendendo meno e senza vivere attaccati ai termosifoni? Gli islandesi una risposta l’hanno trovata, e può ispirare anche noi.
Il trucco degli islandesi per avere caldo in casa senza accendere i termosifoni
In Islanda fa freddo per davvero. Temperature sotto zero, vento, neve. Eppure le case sono calde, stabili, confortevoli, spesso senza dover ricorrere ai classici caloriferi a gas. Il trucco non è un singolo gadget miracoloso, ma una combinazione intelligente di energia geotermica, teleriscaldamento e case super efficienti.

Secondo l’Agenzia Nazionale per l’Energia islandese, circa il 90% delle abitazioni è riscaldato con geotermia: acqua calda prelevata dal sottosuolo e distribuita in rete. Niente fiamme in salotto, niente radiatori incandescenti che seccano l’aria: calore diffuso, costante, pulito. A Reykjavik addirittura molti marciapiedi e parcheggi hanno circuiti riscaldati con acqua geotermica per sciogliere neve e ghiaccio: cammini tranquillo mentre fuori infuria l’inverno.
Se questa soluzione funziona così bene è perché risolve il problema alla radice: limitare le dispersioni termiche e sfruttare una fonte stabile. Le abitazioni sono progettate per trattenere il calore con isolazione di alto livello, doppi o tripli vetri, e un ricambio d’aria controllato con ventilazione con recupero di calore. Risultato? La temperatura rimane uniforme in tutte le stanze e il comfort è altissimo anche con impianti a bassa temperatura, come il riscaldamento a pavimento, alimentati dall’acqua geotermica.
Chiariamo un punto: non è che in Islanda i termosifoni “non esistano”. Semplicemente non si dipende dai classici caloriferi alimentati da caldaie a gas o gasolio. La rete di teleriscaldamento geotermico porta acqua calda in casa e, tramite scambiatori e circuiti interni, riscalda gli ambienti in modo stabile e molto efficiente, con emissioni di CO₂ ridottissime rispetto ai combustibili fossili. E il calore che porti dentro va trattenuto.
E qui arrivano le buone pratiche replicabili ovunque: cappotti termici ben progettati, tetti e sottotetti isolati, infissi a taglio termico, guarnizioni che eliminano gli spifferi, e soprattutto ventilazione meccanica con recupero di calore per cambiare l’aria senza buttare via i gradi conquistati. La ciliegina sono i termostati intelligenti e le valvole termostatiche, che regolano i consumi stanza per stanza: scaldi dove serve, quando serve, quanto serve.
“Ok, ma io non vivo su una lava incandescente.” Nessun problema: non serve un vulcano sotto casa per copiare la logica. Se nella tua città c’è una rete di teleriscaldamento, informati su costi e modalità di allaccio: in molti comuni europei è già realtà e, quando alimentata da fonti rinnovabili o calore di scarto, può ridurre le emissioni e stabilizzare le bollette.
Se la rete non c’è, la tecnologia più vicina allo “stile Islanda” sono le pompe di calore: aria-aria, aria-acqua o, dove possibile, geotermiche a circuito interrato. Funzionano come un “frigo al contrario”, spostando calore con consumi elettrici contenuti e rendimenti elevati, soprattutto se abbinate a sistemi a bassa temperatura come il pavimento radiante o grandi pannelli radianti. Fonti come l’Agenzia Internazionale dell’Energia indicano le pompe di calore come una delle soluzioni chiave per decarbonizzare il riscaldamento domestico.

La sequenza vincente è sempre la stessa: prima riduci le perdite, poi scegli il generatore più efficiente. Mettere una pompa di calore in una casa piena di spifferi è come versare acqua in un secchio bucato. Meglio partire da isolamento e infissi, aggiungere una VMC con recupero per aria salubre e niente muffa, e solo dopo ottimizzare l’impianto con generatori a alta efficienza e controlli smart. In parallelo, verifica eventuali incentivi disponibili (come Ecobonus o Conto Termico, quando attivi) e fatti seguire da un tecnico abilitato per calcoli seri su dispersioni, carichi termici e dimensionamento.
Così eviti impianti sovra- o sotto-dimensionati, che costano e rendono peggio. E per oggi, cosa puoi fare subito? Sigilla gli spifferi con guarnizioni nuove, regola correttamente i tempi di accensione, mantieni una temperatura costante tra 19 e 20 °C per il miglior comfort termico, aerare brevemente ma in modo deciso per evitare condensa, usa tende termiche e tappeti sui pavimenti freddi. Sono piccoli accorgimenti, ma fanno la differenza mentre prepari il salto di qualità.





