Allarme ciclone in Italia, da questa data il meteo sarà un disastro

Il meteo in Italia sarà un disastro: atteso anche un ciclone. Ecco cosa aspettarsi nei prossimi giorni.

Anomalie di caldo fuori stagione aprono uno scenario meteo inedito per novembre. In molte aree del Paese, dal Nord alle isole maggiori, i pomeriggi hanno continuato a registrare valori tipici di fine settembre, con massime spesso superiori alle medie e serate sorprendentemente miti. Il mare, ancora “carico” di calore dopo un autunno a tratti quasi estivo, resta uno degli indicatori più evidenti di questa anomalia: superfici marine tiepide che, a stagione inoltrata, valgono come un serbatoio di energia pronta a essere liberata al primo serio cambio di circolazione.

Donna impaurita, dietro di lei ciclone
Allarme ciclone in Italia, da questa data il meteo sarà un disastro – referendumcittadinanza.it

A dominare la scena, finora, è stato un blocco atmosferico robusto: l’alta pressione ha fatto da diga alle perturbazioni atlantiche, comprimendo le nubi, favorendo nebbie e ristagni d’aria in pianura e, soprattutto, impedendo il ricambio di masse d’aria. Il risultato è un lungo periodo di stabilità apparente, sotto il quale si è accumulato un potenziale esplosivo: aria tiepida e umida a bassa quota, mare molto caldo e aria più fredda che si prepara a scivolare dal Nord Europa verso il cuore del continente.

Il meteo sarà un disastro in Italia: cosa aspettarsi

Gli sguardi ora si spostano sul calendario: tra il 15 e il 16 novembre si intravede lo sblocco. Una saccatura in discesa da ovest, agganciata a un profondo minimo atlantico, potrebbe avvicinarsi all’Italia proprio quando le correnti artiche inizieranno a piombare su Gran Bretagna ed Europa centrale.

Ciclone
Il meteo sarà un disastro in Italia: cosa aspettarsi – referendumcittadinanza.it

È lo schema classico capace di innescare, sui nostri mari, un ciclone insidioso: aria fredda in quota che incontra aria molto più mite e umida al suolo, con il Mediterraneo in grado di alimentare la ciclogenesi. In pratica, un contrasto termico e dinamico netto che, se riuscisse a dilagare fino al bacino centrale, aprirebbe una fase estremamente instabile. Il rischio principale è la rapida organizzazione di sistemi temporaleschi intensi, con celle autorigeneranti in grado di scaricare ingenti quantitativi di pioggia in poche ore.

Gli scenari più sensibili, in caso di minimo profondo sui mari italiani, coinvolgerebbero i litorali esposti ai flussi meridionali e sudoccidentali, con particolare attenzione ai settori tirrenici, alle isole maggiori e, a seguire, alle regioni del Centro-Sud. Non si escludono nubifragi localizzati, grandinate e fulminazioni frequenti, oltre a venti di burrasca o tempesta con mareggiate sulle coste più esposte: il marchio di fabbrica di un ciclone mediterraneo che sfrutta l’energia latente accumulata nelle acque ancora troppo calde.

Parallelamente, l’irruzione fredda promette un cambio netto della percezione termica: il “freddo maltempo” potrebbe riportare il termometro su valori più consoni — e localmente inferiori — alla stagione. In montagna, il segnale è chiaro: la neve tornerebbe protagonista, con fiocchi che, nei casi più severi, potrebbero spingersi a quote insolitamente basse per metà novembre, fino alle aree collinari dei settori più esposti alle correnti fredde. Gli Appennini e i rilievi alpini vedrebbero così un’accelerazione verso assetti quasi invernali dopo settimane di eccezionale mitezza.

Molto dipenderà dalla traiettoria del minimo barico e dalla sua profondità. Una traiettoria più occidentale concentrerebbe i fenomeni sulle regioni tirreniche e insulari, mentre una rapida traslazione verso levante potrebbe coinvolgere più diffusamente anche il Nordest e le regioni adriatiche. In ogni caso, la componente dinamica resta determinante: un intenso “scambio meridiano” tra masse d’aria di origine artica e il Mediterraneo caldo rappresenta la miccia per eventi estremi, dalla pioggia torrenziale ai colpi di vento, passando per un brusco calo termico e condizioni di visibilità variabile.

La seconda metà di novembre, dunque, si profila come snodo cruciale dell’autunno italiano. Dopo un avvio di stagione contraddistinto da caldo persistente e mare tiepido, il possibile innesto di un ciclone sui nostri mari tra il 15 e il 16 del mese segnerebbe l’avvio di una fase assai dinamica e instabile. Gli operatori e le comunità costiere dovranno prestare attenzione all’evoluzione delle correnti e dei mari, mentre l’entroterra appenninico e alpino si preparerà a un ritorno rapido della neve e a un ambiente più severo.

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