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Economia

Adi 2026, c’è la brutta sorpresa per le famiglie: la decisione è ufficiale

L’Adi 2026 evidenza che c’è una brutta sorpresa per le famiglie italiane, ci troviamo di fronte a una decisione ufficiale che merita di essere analizzata.

Cambia ancora la mappa dei sostegni al reddito per il 2026 e, per molte famiglie italiane, la novità non è positiva. Secondo quanto è stato ufficializzato per il prossimo anno, in materia di Assegno di inclusione (Adi) arriva una brutta sorpresa: il cosiddetto “bonus ponte” da 500 euro non sarà più riconosciuto.

Adi 2026, c’è la brutta sorpresa per le famiglie: la decisione è ufficiale (referendumcittadinanza.it)

La scelta, resa nota nel quadro delle misure che porteranno l’Adi a regime, incide soprattutto su quei nuclei che contavano su un aiuto temporaneo nella fase di passaggio o in attesa della piena operatività della prestazione.

Il contesto è noto: l’Adi, attivo dal 2024, ha gradualmente sostituito le precedenti misure contro la povertà, introducendo criteri più stringenti e un percorso di presa in carico sociale e lavorativa. La fase transitoria tra il vecchio e il nuovo sistema ha previsto strumenti tampone per evitare vuoti di tutela. Tra questi, in diverse casistiche, era stato previsto un sostegno “ponte” fino a 500 euro per contenere gli effetti dei tempi tecnici di valutazione delle domande e l’avvio dei percorsi di inclusione. Ora, con il 2026 indicato come l’anno del regime a pieno titolo, quel tassello transitorio viene rimosso.

Per i nuclei in condizioni di fragilità economica, la cancellazione del bonus ponte significa poter contare soltanto sull’importo ordinario dell’Adi, calcolato secondo le regole già note e legato alla composizione familiare, all’ISEE e ad altri parametri. Non si tratterà quindi di un taglio all’assegno principale, ma della mancata erogazione di quella integrazione aggiuntiva che, in passato recente, aveva attenuato il divario tra il bisogno immediato e l’effettivo avvio dei pagamenti. È bene chiarirlo: la “brutta sorpresa” non riguarda l’esistenza dell’Adi, bensì la rinuncia a un meccanismo temporaneo di accompagnamento.

Cosa cambia dal 2026: stop al bonus ponte da 500 euro e perché

Secondo quanto riportato dalla stampa specializzata, la decisione è chiara: dal 2026 salta il bonus ponte da 500 euro legato all’Assegno di inclusione. In concreto, non sarà più previsto quel contributo aggiuntivo, circoscritto e temporaneo, che fungeva da cuscinetto in presenza di ritardi procedurali o nella fase di avvio del percorso di inclusione. L’obiettivo dichiarato è traghettare definitivamente l’Adi fuori dalla logica dei “tappabuchi” transitori e farne una misura a regime, con regole e tempi standardizzati su tutto il territorio.

Cosa cambia dal 2026: stop al bonus ponte da 500 euro e perché (referendumcittadinanza.it)

Il perché dello stop si comprende leggendo la traiettoria delle riforme: il bonus ponte aveva una funzione precisa durante il rodaggio del sistema, quando la transizione dalle vecchie prestazioni ai nuovi strumenti poteva lasciare scoperti alcuni mesi. Con il progressivo assestamento delle procedure, quello strumento perde la sua ragion d’essere e rischia anzi di produrre disparità territoriali o aspettative non omogenee tra beneficiari. Inoltre, l’eliminazione del bonus si inserisce nella più ampia esigenza di concentrare le risorse sull’asse principale del sostegno, evitando frammentazioni e riduzioni di efficacia.

Cosa comporta per le famiglie? Chi presenterà domanda nel 2026 non potrà fare affidamento su un contributo ponte se dovessero verificarsi rallentamenti nella lavorazione delle pratiche. Diventerà quindi ancora più importante muoversi per tempo: aggiornare l’ISEE a inizio anno, predisporre la documentazione necessaria, rispettare scrupolosamente le convocazioni dei servizi sociali e dei centri per l’impiego, e monitorare costantemente lo stato della domanda. In assenza del bonus, la continuità del sostegno dipenderà in larga misura dalla puntualità degli adempimenti e dalla regolarità dei passaggi previsti dal percorso di inclusione.

Per chi è già beneficiario nel 2025, non è previsto un trascinamento automatico del contributo ponte nell’anno successivo: al passaggio al 2026 si applicheranno le nuove regole, con l’Adi in configurazione a regime e senza l’integrazione una tantum. Resta invece confermato l’impianto della prestazione principale, con gli importi e i requisiti previsti dalla normativa vigente, inclusa l’eventuale componente per l’affitto laddove spettante.

È utile, infine, tenere d’occhio le misure alternative e complementari. In assenza del bonus ponte, possono tornare strategici gli strumenti locali di sostegno al reddito, i contributi per il canone, le agevolazioni tariffarie e i bandi comunali o regionali, oltre ai percorsi di attivazione lavorativa per i componenti occupabili del nucleo. Informarsi presso i servizi territoriali e consultare con regolarità i canali istituzionali permette di intercettare opportunità che, sommate all’Adi, aiutano a mitigare l’uscita del contributo transitorio.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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